Gentile Maria,
dopo la puntata di Sabato sera sento, a nome di Special Olympics, l’esigenza di fare una riflessione con lei e la sua redazione.
Per quanto il suo tentativo di puntare il riflettore sulle persone con la sindrome di Down possa essere apprezzato nel suo intento, purtroppo la modalità con cui viene trattato il tema vanifica questo buon proposito: cercare di fare simpatia con lo stereotipo della persona con la sindrome di Down “tirchia” ed eterna bambina non fa un buon servizio ad uno spicchio di popolazione che di stereotipi è già piena. Se si volesse utilizzare uno stereotipo, e siamo contrari, si potrebbe utilizzare quello delle persone con la sindrome di Down come grandi e infaticabili lavoratori, come delle persone che si impegnano con tutte le loro forze, per esempio, nei compiti che si affidano loro. Sempre di stereotipi parliamo, ma almeno sarebbe utile per tutte le persone con la sindrome di Down che ad oggi cercano la loro autonomia e dignità con un lavoro.
Altra questione, che la sua trasmissione rischia di collocare in un modo non corretto, è data dal fatto che relativamente al mondo della disabilità invita sempre e solo persone con la sindrome di Down, facendo quasi pensare che la disabilità intellettiva sia solo quella, ma è solo il 5%, di sindromi neo natali ne abbiamo più di 250 e la disabilità intellettiva è più vasta e varia di quanto si possa pensare.
Il rischio è che con messaggi come questi si torni indietro di 30 anni. I progressi portati avanti dalla nostra e dalle altre organizzazioni che si occupano di inclusione delle persone con disabilità intellettiva rischiano di annullarsi vista la grande popolarità delle sue trasmissioni. Il lavoro che giornalmente svolgiamo per far comprendere alla Società quanto sia importante far emergere le capacità delle persone con disabilità intellettiva, valorizzarle per rendere la Società stessa più inclusiva, viene vanificato con un intervento in tv di 15 minuti. Eh si, perchè mentre facilmente può passare un messaggio sbagliato in una trasmissione tanto seguita, il messaggio di inclusione, capacità, valori positivi della diversità, visti i mezzi che abbiamo, fa molta più fatica a passare.
Allora mi e ci chiediamo, insieme ai tanti familiari dei nostri Atleti che non approvano questa modalità di mettere al centro la persona con disabilità intellettiva ridicolizzando la sua ingenuità, perché non trattare questo tema sempre con leggerezza, ma evitando ogni stereotipo? Perchè non raccontare nell’ambito della sua trasmissione una delle splendide storie di coraggio, forza, amore che potrebbero essere di esempio per tanti?
Le assicuro che se tra la gente che non conosce la questione lo spazio dello scorso Sabato può essere stato un momento divertente, per le migliaia di persone, genitori, fratelli, sorelle, educatori e noi tutti che giornalmente lottiamo per la dignità, l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità intellettive, lo stesso Sabato sera è stato un momento per alcuni di grande incazzatura e per altri di mortificazione e tristezza.
Siamo a disposizione con i nostri 18.000 atleti in Italia e i loro familiari per sostenerla, se vorrà, in un percorso diverso da quello intrapreso fino ad oggi. Dietro 18.000 Atleti ci sono 18.000 storie fuori da ogni stereotipo, che potrebbero davvero “fare cultura”.
Le assicuro si stupirà lei stessa della Meraviglia che le persone con cui lavoriamo sanno creare.
I miei più cordiali saluti,
Alessandra Palazzotti, Direttore Nazionale Special Olympics.
Direi che c’è poco altro da aggiungere. All’ennesima riproposizione dello stesso canovaccio televisivo, direi anche basta.