Il 18 novembre del 1939, ad Hong Kong, nasceva Amanda Lear, cantante, attrice, modella, scrittrice, pittrice, icona, musa e presentatrice televisiva che ha costruito un’intera carriera sull’ambiguità.
Straordinariamente intelligente, fascinosa, cinica e ironica, Amanda è esplosa come modella negli anni ’60, prima di far perdere la testa al pittore surrealista Salvador Dalí e iniziare una storia d’amore con David Bowie. Negli anni ’70 si reinventa cantante, sfornando in due decenni 15 album e più di 50 singoli, con circa 40 milioni di copie vendute, sfruttando i rumor sul suo passato da uomo, da lei stessa alimentati per suscitare curiosità.
Negli anni ’80 è Silvio Berlusconi a portarla in Italia, a Fininvest, facendola rinascere per l’ennesima volta. In qualità di conduttrice.
15 anni fa, era il 2002/2003, l’ultima vera meraviglia, ovvero quel Cocktail d’amore che meriterebbe un reboot in casa Rai, prima di tornare in Francia e dedicarsi al teatro, con capatine cinematografiche e sparuti ritorni nel Bel Paese con ruoli da giurata/ospite.
Seminati giovanissimi fidanzati in lungo e in largo, Amanda è di fatto unica, inimitabile, immortale. Splendida 80enne la cui incredibile vita potrebbe riempire non una, non due, ma forse una decine di autobiografie. Queen of China-Town, e non solo.