“Ci è stato notificato da parte della Procura il termine delle indagini. Non c’è quindi nessun processo in atto. Noi abbiamo nominato un nostro consulente e posso dire che ci sono rilevanti elementi di innocenza, in grado di dimostrare la sua estraneità alla determinazione del delitto. Ora c’è un termine per depositare la nostra memoria. I media parlano di presunti patteggiamenti, ma è falso. Anche perché sono convinto degli elementi già raccolti finora. Michele non stava facendo un’inversione a U, né una manovra vietata, ma una svolta a sinistra per entrare in un passo carraio. Un fatto confortato dalla Procura. Secondo: la moto veniva da dietro e ne stiamo analizzando la velocità; Michele nella svolta aveva già impegnato la linea di mezzeria e l’impatto è stato contro lo sportello posteriore dell’auto, lato guidatore. Inoltre, vi era spazio tra l’auto e il margine esterno stradale, in cui la moto avrebbe potuto superare. Nei prossimi giorni inizierò il dialogo con il pm. L’intenzione è chiedere l’archiviazione. Se non verrà accolta l’atto dovuto sarà iniziare il procedimento penale, e avendo questi seri elementi che dimostrano l’innocenza del mio assistito, non escludo che tutto possa essere un processo ordinario. Michele non ha nessuna misura cautelare da rispettare. È liberissimo e sarà sempre libero. Sta molto male e il suo silenzio è proprio per rispettare le persone coinvolte. Una cosa del genere segna moltissimo. Ma segna anche leggere che molti ti considerano già il responsabile di questo dramma”.
Così l’avvocato penalista Manuel Gabrielli, dalle pagine del Corriere della Sera, è voluto intervenire per fare chiarezza sul caso di Michele Bravi, coinvolto in un incidente mortale, a Milano, lo scorso novembre.