“È un momento storico in cui stiamo annegando nell’odio. È il momento in cui un professore mette all’angolo un bambino di colore e lo prende in giro davanti ai suoi compagni. Io non sono madre, ma mi piacerebbe che mio figlio nascesse in un’Italia bella, sana, pulita, coraggiosa, rispettosa dei diritti di tutti e del diritto di pensiero e di parola. Non sono arrabbiata, l’unica cosa che mi dispiace profondamente è che mia madre e mio padre hanno letto messaggi veramente brutti, violenti e cattivi. Mi dispiace per loro, nessun genitore vorrebbe vedere sua figlia trattata così, per aver detto, peraltro, una cosa tranquilla. Volevo dire ai miei genitori che sto bene, ho le spalle larghe perché mi hanno cresciuta così. Volevo dire a tutte le persone che in questi giorni mi hanno offesa, infangata con parole forti e violente, che fanno paura, voglio dire loro che non fa niente, che non diventerò mai come loro. Il mio palco sarà sempre fonte di luce, di amore e di rispetto per tutti, anche se questo significa prendersi la merda in faccia”.
Brava, bravissima Emma.