“Da qualche settimana sto tenendo delle lezioni ai ragazzi di Amici. Vi confesso che quando Maria De Filippi mi ha proposto di prendere parte al programma in qualità di insegnante, me la sono abbracciata, un po’ perché per me rappresenta un ritorno alle origini (come sapete, “in gioventù”, ho insegnato per sette anni), un po’ perché in mezzo ai ragazzi ci sto bene. La scorsa settimana ho radunato in un’aula tutti i cantanti e mi sono fatto leggere i testi delle canzoni che ciascuno di loro ha composto. E stato un momento bellissimo. Quante storie sono venute fuori. Jefeo, cresciuto alla periferia di Milano: una maschera di sicurezza che nasconde una profonda sensibilità. Lui, cresciuto tra i tossici e gli sbandati, ha ripromesso a se stesso che, prima o poi, ce la farà a uscire dal tunnel di una vita emarginata: lo deve a se stesso e soprattutto a suo padre, che ogni sera torna a casa dal lavoro con la schiena a pezzi, ma stringe i denti perché la sua famiglia conta di più della fatica. E ancora… Giordana, che fa a botte con la sua casa troppo grande e troppo fredda, metafora di un dialogo spezzato; Alberto e la sua voce da tenore baciata da Dio; Tish la ribelle, che vive di emozioni; Mameli e tanti altri… i giovani, un mondo meraviglioso, ancora lontano dal compromesso, un mondo che ha ancora l’energia e l’ottimismo per gridare la sua protesta e la forza per urlare la sua gioia”.
Niente, Alfonso Signorini come Robin Williams ne l’Attimo Fuggente.
Credo di non potercela fare.