“Mi identifico spesso con gli Oasis, ciò che è successo a loro è successo anche a noi, con le aggravanti che sono maschi irruenti di Manchester e bevono birra. Non sento spesso Chiara, ma è un esercizio di rispetto reciproco. Non ci si separa mai in pace. Si può arrivare a un’accettazione. E poi le implicazioni famigliari, la mamma, il papà, la nonna. Mi sono trovata emotivamente sola, non potevo chiamare mia madre e vomitarle addosso tutto. L’iceberg è stato diventare persone diverse, con desideri diversi. Una persona mi chiamò per dire basta, non era lei, ma lo fece per conto suo. Per me è stato un dolore fortissimo. Tosto, l’ultimo concerto insieme. Lo ricorderò per tutta la vita. Nella mia testa non lo accettavo, uno ci mette sempre un po’. Ho lasciato andare quella rabbia, mi sono tenuta la bellezza di ciò che è stato”.
Così Paola Iezzi, dalle pagine di Vanity Fair, è tornata sul rumoroso e doloroso addio professionale alla sorella Chiara, ormai indirizzata verso la carriera d’attrice.
Un duo imploso, purtroppo, e una sorellanza andata in frantumi. 21 anni fa, come dimenticarlo, Sanremo.