Ora che è finito, dopo 5 giorni da ascolti record e canzoni a pioggia, il Claudio Baglioni & Friends, detto anche Festival di Sanremo 2018, può andare incontro alle sue inevitabili pagelle finali.
Partito impacciato, il carrozzone ha ingranato tanto la terza quanto la quarta il giovedì sera, imboccando una strada meravigliosamente in discesa, tra qualità, quantità e capacità. Da allora, va detto, Sanremo 2018 non ha più sbandato, arrivando al traguardo tra applausi festanti. E meritati.
Claudio Baglioni: immobile, tirato, apparentemente inappropriato. Il Claudio dell’esordio ha fatto quasi rimpiangere il tanto chiacchierato Gianni Morandi di qualche anno fa, per poi sciogliersi con Virginia Raffaele e non fermarsi più. Simpatico, autoironico, sempre un passo indietro rispetto ai due compagni d’avventure e pronto a cantare qualsiasi cosa e in qualsiasi momento, Baglioni ha sorpreso, riportando veramente la musica al centro della scena festivaliera. Altro ci sarebbe da dire sui brani in gara, alcuni dei quali davvero inutili e impresentabili, ma il suo perfezionismo da palco ha convinto. E vinto. Così come le scelte legate ai due veri conduttori del Festival. Voto: 8
Michelle Hunziker: altro che ‘spalla’. La signora Trussardi è stata la vera padrona di casa di Sanremo 2018. Di una bellezza travolgente, elegante e sempre sorridente, Michelle è una macchina perfetta nel momento in cui nulla rispetto a quanto provato e deciso va fuori posto. In caso contrario si perde, viene a galla la sua glacialità, la sua incapacità ad essere empatica. Pone domande senza ascoltare le risposte, tronca quando si scazza, si esalta per niente, ma tiene il palco con una disinvoltura invidiabile. E non è da tutti. Nelle ultime 3 serate ha lavorato di sottrazione, dopo aver urlato ‘pazzesco’ e ‘meraviglioso’ ad ogni uscita, migliorando sensibilmente. Voto: 7
Pierfrancesco Favino: si era capito in conferenza stampa, a pochi giorni dal via di Sanremo 2018, che sarebbe stato lui la vera sorpreda di Sanremo 2018. E così è stato. Favino ha fatto tutto e tutto straordinariamente. Ha recitato, presentato, ballato, cantato, imitato, scherzato, improvvisato. Un talento del cinema italiano più unico che raro che ha osato rischiare, perché il Festival può indubbiamente essere uno strepitoso trampolino di lancio ma anche una pericolosa gogna nazionale. Lui, già divo da oltre un decennio, non ha fatto altro che abbracciarlo, uscendone trionfante. Voto: 10
Ospiti: di internazionale non si è visto nessuno, o quasi, ma l’idea di far arrivare i super ospiti per omaggiare la musica italiana è stata vincente. Baglioni, sulla cui incredibile voce nulla si può dire, ha duettato con tutti, regalando squarci di puro spettacolo canoro. Giorgia e James Taylor, Baglioni con Laura, Gianna, Fiorella, Vecchioni, Morandi, i Negramaro, lo stupendo Gino Paoli. Grandi cantanti, grandi canzoni e grandi duetti, anche il venerdì sera, senza dimenticare il Fiorello Show dell’esordio e la travolgente Virginia Raffaele di giovedì, che ha dato una svolta al Festival e definitivamente scongelato il direttore artistico formato Belen. Niente inutili e strapagati divi hollywoodiani, poche fastidiose marchette. Voto: 7
Canzoni: ascoltandole tutte e 20 per 5 sere consecutive, alla fine della fiera, sono cresciute. E’ indubbio. Ma il pezzone da Festival, quello che tra anni ricorderemo con piacere, cantandolo a squarciagola, è mancato. Non si è mai sentito. Brani orecchiabili, alcuni, radiofonici, ma il guizzo non c’è stato. Alcuni impresentabili, altri inutili, deludenti. Paradossalmente sono state proprio le canzoni l’anello debole di una macchina che dopo aver faticato ad ingranare, ha viaggiato in scioltezza e sicurezza. Voto: 6
Mamma Rai: in nessun altro Paese al mondo esiste una trasmissione televisiva come il Festival di Sanremo. In nessun altro Paese al mondo tutto si ferma per 5 giorni, con metà della platea tv incollata allo schermo a cantare le stesse canzoni, sera dopo sera. Questo avviene solo in Italia e a mamma Rai va dato il merito di aver riportato l’Ariston ai fasti di un tempo, a quegli anni ’90 in cui lo Stivale si paralizzava su Rai 1. Merito di Carlo Conti, che nei 3 anni precedenti ha fatto un lavoro straordinario per far tornare il Festival al suo dna nazional popolare, e di quel Baglioni che ha puntato al popolar-nazionale. Ma è merito anche del servizio pubblico, che ha spalmato Sanremo in tutti i suoi canali, ad ogni ora del giorno e della notte, per una settimana da ascolti record. Incassi stellari, guadagni mostruosi, concorrenza inesistente. Voto: 8
Mediaset: ed è qui che entra in gioco il Biscione, da anni in disparte quando Sanremo riaccende le luci. Sono finiti i tempi in cui il Gf batteva Sanremo, Zelig andava allo scontro insieme a C’è posta per Te e Striscia la Notizia sbarcava in massa al Festival, per smascherare plagi e annunciare i vincitori prima della finale. Mediaset si cala le braghe, davanti all’Ariston, con repliche su repliche e programmi di successo mandati in ‘vacanza’, pur di non infastidire la concorrenza, che ovviamente gioisce e si lecca i baffi. Ma quanto durerà questa pax festivaliera? Voto: 1
All’anno prossimo. A me già manca.