Annalisa – “Il mondo prima di te”: splendida voce, canzone da inedito di Amici. Radiofonica ma niente più, va riascoltata. Voto: 5.5
Ron – “Almeno pensami”: chitarra, noia, discreto testo firmato Lucio Dalla (non a caso sempre scartato) e rischio podio. Voto: 5
The Kolors – “Frida”: tre tamburi, un ciuffo sbarazzino con shatush, ritornello alla Coldplay e tanta inutilità. Voto: 5
Max Gazzè – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”: magico, armonioso, sognante, elegante. Stupenda. Voto: 8
Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico – “Imparare ad amarsi. Una donna d’altri tempi. Vestita come la Raffaele all’Ariston nel 2015 e con la postura alla Pennywise, ma una signora. Punto. Voto: 7
Ermal Meta e Fabrizio Moro – “Non mi avete fatto niente”: testo impegnato, ma alchimia vocale tutt’altro che eccezionale. Favoriti della vigilia, ma tutt’altro che indimenticabili. Voto: 6
Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – “Ilsegreto del tempo”: due ex Pooh che cantano una qualsiasi canzone dei Pooh incrociata a un’infinita quantità di altri brani random. Dio ce ne scampi. Voto: 3
Lo Stato Sociale – “Una vita in vacanza”: l’esibizione che si fa show. Un anno dopo il gorilla di Gabbani la vecchia de Lo Stato Sociale. Podio certificato. Mandarli all’Eurovision no? Voto: 7
Noemi – “Non smettere mai di cercarmi”: la solita Noemi che indossa gli abiti di Vasco in gonnella. Da riascoltare, ma a pelle nulla di clamoroso. Voto: 6
Elio e Le storie Tese – “Arrivedorci”: musicalmente apprezzabili, come sempre, ma hanno occupato il Festival per un commiato che parla esclusivamente ai propri fan. Inutili. Voto: 4
Decibel – “Lettera dal Duca”: l’idea che abbiano tolto il posto a una Loredana Bertè mi fa girare i coglioni. Ma non sono male. Voto: 6
Giovanni Caccamo – “Eterno”: brano perfettamente sanremese, non a caso tra i favoriti e assai orecchiabile, ma live disastroso. Stecche a ripetizione, voce che non tiene, Caccamo è gnocco ma resta un mistero, se non fosse il cocco della Caselli e di Battiato. Attendiamo il duetto con Santa Arisa per farlo decollare. Voto: 4
Red Canzian – “Ognuno ha il suo racconto”: tra le inattese sorprese del Festival. E’ più giovane lui di tutti i ‘veri’ giovani. Voto: 6.5
Luca Barbarossa – “Passame er sale”: Stimo Barbarossa e mi piace l’idea della malinconia canora romana all’Ariston, ma giocare a fare Mannarino anche no. E poi diciamocelo, che noia. Voto: 5
Diodato e Roy Paci – “Adesso”: pochi cazzi, brano piacevolissimo. Voto: 6.5
Nina Zilli – “Senza appartenere”: vestita da sposa, lucida come una patatina fritta ma brava, come sempre accaduto al Festival, ma brano mediocre. Voto: 5.5
Enzo Avitabile con Peppe Servillo – “Il coraggio di ogni giorno”: grande arrangiamento, pessima coppia. Testo mediocre. Voto: 5
Renzo Rubino – “Custodire”: spiace dirlo, ma Rubino è una meteora all’Ariston. Come se non ci fosse. Voto: 4
Le Vibrazioni – “Così sbagliato”: le Vibrazioni che fanno i Modà che fanno le Vibrazioni. Ma almeno hanno svegliato la platea. Voto: 6
Michelle Hunziker: inutilmente enfatica, eccitata anche nell’annunciare l’arrivo di un microfono, perennemente sorridente. Falsa. Tanto capace quanto falsa. Voto: 5
Claudio Baglioni: una statua di plastica, Renato Balestra con un microfono in mano, si è defilato dalla conduzione per entrare e cantare. Di fatto questo è, oltre ad aver scelto brani assai mediocri per il concorso. Un super ospite nel suo Festival. Voto: 5
Pierfrancesco Favino: la vera sorpresa del Festival. Spigliato, sul pezzo, simpatico. Meriterebbe maggior spazio, anche per dare ulteriore ritmo ad una scaletta assai soporifera. Voto: 7
Gianni Morandi: ha una tinta che in natura non esiste, guarda a Venom e ad un passo dai 1000 anni canta ancora da Dio. Non male il duetto con Tommaso ‘scappato de casa’ Paradiso. Incredibile ma vero, c’è chi ha rimpianto la sua conduzione. Voto: 6
Fiorello: non ci fosse stato lui, a casa avrebbero iniziato a dormire alle 21:15. Il Festival potrebbe essere suo da qui all’eternità, se solo lo volesse. Riesce ad intrattenere anche con il niente. Inarrivabile. Voto: 8
Laura Pausini al telefono: svociata, in ciavatte, cor pigiama de flanella e la voce di Saruman, si è palesata al telefono mentre Baglioni e Fiorello pensavano ad altro. Dopo 5 minuti era ancora in collegamento, nell’indifferenza generale. Sabato ha promesso di esserci. Eroica