Troneggia in tutto il suo fascino sull’ultimo numero di Attitude Justin Trudeau, primo ministro canadese sempre più idolo LGBT a livello internazionale.
Nell’intervista rilasciata al magazine Trudeau, giorni fa in lacrime in Parlamento nel chiedere scusa ai tanti canadesi perseguitati per decenni da leggi omofobe, ha confessato di voler far cambiare la politica di tanti, troppi paesi ancora oggi discriminatori nei confronti delle persone LGBTQI.
“Ci saranno sempre piccoli gruppi di persone che hanno il potere, che si tratti di gruppi religiosi o politici, che proteggeranno lo status quo e resisteranno ai cambiamenti man mano che si avvicinano a loro … ma ho fiducia nelle persone, mi fido dei cittadini e so che la direzione che dobbiamo prendere è quella del rispetto, in modo significativo è qualcosa che dobbiamo continuare a perseguire. Penso che a volte ci vogliano amici, alleati o partner, come un leader di un altro Paese, per poter dire: ‘dai al tuo popolo più credito rispetto a quello che ha’. Devi dare alle persone un’amichevole spinta per andare avanti nella giusta direzione, e sono molto contento di averlo fatto. E’ vero, ho avuto alcune conversazioni molto sincere con diversi leader sul fatto che hanno bisogno di intraprendere questa strada. La comunità LGBT + è diventata l’emblema della lotta per i diritti umani. Il fatto che così tante persone siano rimaste per così tanto tempo a pensare di doversi vergognare, adattando la loro sessualità alla società, è una lezione che nessuno di noi dovrebbe dimenticare. Ogni volta che qualcuno mi dice: “Perché ritieni che sia importante partecipare ai Pride?”, io dico ‘perché c’è ancora molto da fare e più siamo esposti nei confronti di storie che rivelano i nostri pregiudizi, i privilegi che diamo per scontati e che le altre persone non hanno, e meglio riusciremo a difendere i diritti di tutti“.
Parole chiare per un premier ormai amato in mezzo mondo, in prima linea nel voler tramutare il Canada in uno dei ‘luoghi in cui tramutare la diversità in punto di forza’.