‘Quale delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualitá nell’uomo?’.
Questa la domanda presente nel test del Progress somministrata a 33mila studenti di medicina, per valutare i progressi nell’apprendimento.
Domanda non inserita, come erroneamente diffuso, nella sezione del test delle malattie, oltretutto svoltosi in altro orario, ma in quello delle Scienze di Base, tra cui è inclusa la statistica.
Tra le domande del test, di cui ci è stata fornita una copia, infatti sono presenti anche quesiti sull’appartenenza del tendine ad uno specifico muscolo o sul contatto della milza con specifici organi.
Sulla reazione psicologica al lutto, sul calcolo del quoziente intellettivo di un bambino di 7 anni, sull’importanza dei meccanismi di difesa a livello psicologico, sulle fasi dello sviluppo tra la nascita e i 15 mesi. Tutte domande lontane dalla patologia.
La domanda sulla percentuale dell’omosessualitá è invece un valore aggiunto e che fa riferimento diretto ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 1990 cancellò l’omosessualità dall’elenco della malattie mentali, classificandola come variante NATURALE del comportamento umano. Dati che ogni studente e ogni medico dovrebbero sapere, nella considerazione del rispetto del proprio paziente, visto che ancora oggi siamo a conoscenza di molti casi di disagio nel rapporto tra il paziente omosessuale e il medico.
Unica pecca della domanda è il riferimento all’ “uomo” e non all’ “essere umano”, sfuggendo nella considerazione dell’omosessualitá intesa anche come lesbismo.
Questa domanda, aldilá delle sterili e anzi dannose polemiche, è stata invece molto utile per aprire un tema di discussione tra studenti e professori. Ci sono stati segnalati infatti, in alcuni atenei, richieste di annullamento della domanda stessa, oltre che di non conoscenza della risposta‘.
Firmato Tor Vergata Rainbow.
Direi che il caso è chiuso.