«Sono fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo». «Diciamoci la verità: in Italia una ragazza trans e di colore è considerata una escort. L’attivista Vladimir Luxuria ha aiutato ad abbattere molti pregiudizi, ma il transessualismo è sempre stato un tabù, una realtà offuscata.»
Così Lea Cerezo, in arte Lea T, ha raccontato sulle pagine di Grazia la sua trasformazione da modello a donna, con Riccardo Tisci decisivo nella scoperta della sua femminilità.
«Eravamo diventati amici inseparabili da quando avevo 21 anni, lui era tornato a Milano dopo aver finito la Central Saint Martins College of Art and Design di Londra. Ai tempi avevamo pochi soldi, d’estate giravamo con il suo motorino per la città deserta divertendoci come pazzi. Da Miami, l’ho chiamato in lacrime e gli ho detto la verità. Due giorni dopo mi ha proposto di scattare la sua campagna e sua madre mi ha detto: “Tu sarai sempre una Tisci”. La T che segue il mio nome è un omaggio a Ricky».
Figlia di Toninho Cerezo, ex calciatore di Roma e Napoli, Lea ha poi rivelato di essere sentimentalmente sola.
«Sono single: l’amore per noi è una questione ancora più complicata. Sono talmente sicura della mia identità, che questo può smontare le sicurezze di molte persone cresciute con paradigmi precostituiti. Credo di mettere un po’ in soggezione alcuni uomini. Trovare un compagno è più difficile, ma non impossibile».