L’Italia è un Paese barbaro, soprattutto quando si parla di donne.
Sessista fino al midollo, tanto da tramutare in mostro la vittima di una violenza sessuale, Asia Argento, nell’ultima settimana finita sul banco degli imputati perché ‘colpevole’ di aver atteso 20 anni prima di denunciare le molestie subite da Harvey Weinstein.
Dopo Vladimir Luxuria e Selvaggia Lucarelli, che l’avevano incredibilmente e vergognosamente attaccata, è quest’oggi Libero, da sempre in prima linea nel trasformare la propria carta in altro che non sia solo lettura, ad essersi superato.
‘Prima la danno via poi frignano e fingono di pentirsi’, il mostruoso titolo in prima pagina, per poi proseguire in modo anocor più atroce: ‘cedere alle avances di un boss per fare carriera è prostituzione, non stupro’.
Porci, li ha definiti giustamente Asia, all’epoca 21enne terrorizzata dalla forza del produttore più potente e temuto di Hollywood.
In America nessuno, ad oggi, ha osato criticare le tantissime dive che nelle ultime ore hanno denunciato molestie da parte di Harvey (Jolie, Beckinsale, Paltrow, Arquette), mentre in Italia è tutta una corsa a puntare il dito, a sparare a salve.
Come fatto da Riccardo Scamarcio, via radio 1, che ha così tuonato.
“Della vicenda, la cosa che mi sembra più triste è che il popolo vuole il sangue e la stampa glielo fornisce. Le reazioni di chi ha preso le distanze dai comportamenti di Weinstein, certamente e assolutamente condannabili, in questo momento mi sembrano altrettanto sgradevoli. Ci sono artisti che parlano adesso e che comunque hanno fatto la loro carriera”. Se avrebbero dovuto parlare prima? Sì. Col senno di poi possiamo dire quello che vogliamo. Ora lo stanno massacrando e ora giù tutti a massacrarlo e non si capisce che dietro c’è un uomo che ha una patologia, che si è comportato in maniera deplorevole ma che rimane un essere umano. Ora massacrarlo come sta facendo il New York Times, che si erge a beniamino della giustizia…”.
Solo Italia, per l’appunto.