Paolo Villaggio, addio ad un grande attore negli ultimi anni travolto dal delirio omofobo

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L’omosessualità? E’ un’anomalia genetica che va compresa fino in fondo”. “Quello che ha detto La Russa è abominevole, lui è un incompetente, i figli di coppie gay non corrono assolutamente alcun pericolo, anzi. I cattolici hanno sempre cercato di colpevolizzare l’omosessualità. E invece non è così, perchè l’omosessualità è un incidente e se si ha davvero amore per il prossimo, bisogna avere comprensione per una deviazione che non è desiderata“. “Il rapporto tra omosex non è niente, è un vizio come andare coi transessuali”. “Non è una scelta essere gay, come dice la Chiesa che li bruciava vivi. Si nasce omosessuali“. “Io e De Andrè fingevamo di essere brave persone ma eravamo delle carogne. Da ragazzi tormentavamo due omosessuali, uno dichiarato e l’altro no. Li prendevamo a pietrate, solo per il gusto di farlo. Perfidia pura. Ugo Tognazzi? È stato salvato dal caso. Un giorno, a Milano, incontra un travestito affascinante, viene colto da una curiosità tragica e decide di portarselo in hotel, vicino al Corriere della Sera. Mentre sta cercando di sodomizzarlo, per strada scoppia una bomba che Tognazzi interpreta come segnale divino. Da quel giorno la sua condotta è stata più lineare“.

Così negli ultimi anni Paolo Villaggio, scomparso oggi all’età di 84 anni, parlava del mondo LGBT .
Un grande, grandissimo attore, comico e non solo, reso celebre dalla più famosa maschera italiana del XX° secolo. Fantozzi.
Volutamente fuori dagli schemi, spietato e tragicomico, perennemente in bilico tra provocazione e verità.
Un uomo nell’ultimo decennio più volte scivolato in incomprensibili confessioni, molto scorrette e poco ammissibili,  tanto da far scemare la celebre ‘umanità’ del suo mitico ragioniere. Neanche lui, probabilmente, avrebbe amato il buonismo e il politicamente corretto che  hanno oggi invaso il web in suo onore. Ecco perché è doveroso ricordarne anche gli scivoloni,  rumorosi e mai in alcun modo corretti.

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