Cecenia, due gay raccontano le torture subite

Condividi

cecenia-polizia-1

Due gay ceceni hanno raccontato alla Reuters alcune torture subite dalla polizia, che da mesi sta rastrellando il Paese con l’obiettivo di cancellare l’omosessualità.
Anzor, nome fittizio del primo, ha dichiarato di essere stato fermato e arrestato mentre era in auto con altri uomini nel febbraio scorso.
I poliziotti hanno selvaggiamente picchiato uno di loro, solo perché portava anelli e braccialetti, chiamandolo ‘frocio’.
Poi hanno costretto Anzor a collegare un cavo elettrico ad un dito, per poi riempirlo di scariche.
Il secondo ceceno, nome di fantasia Ramzan, ha invece rivelato di essere stato arrestato nel mese di aprile. Picchiato a lungo, è stato costretto a fornire loro i nomi degli amici omosessuali e i loro indirizzi.
A salvarlo dalle torture più pesanti uno degli zii, ufficiale di polizia. Peccato che una volta tornato a casa sia stato ammanettato ad un termosifone, prima di decidere cosa fare del suo corpo.
Troppa la vergogna di un gay in una famiglia militare.
Ad aiutarlo nella fuga la sorella.
Ramzan Kadyrov, presidente della Repubblica cecena, ancora oggi nega di aver avviato dei lager per omosessuali, nel proprio Paese, semplicemente perché a suo dire non esistono gay in Cecenia.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy