Le unioni civili hanno trovato la loro ‘casa’ a Bologna, come riportato da Repubblica.
Sotto le Due Torri, infatti, si sono celebrate 86 unioni civili in 10 mesi, all’interno della Sala Rossa del Comune, contro i 501 matrimoni ‘etero’.
Questo significa che il 15% del totale, 587, è di fatto ‘arcobaleno’.
Netto lo stacco rispetto alla media nazionale, che è pari al 2.2%.
Roberta Li Calzi, consigliera comunale Pd, ha celebrato da settembre ad oggi 111 cerimonie, 30 delle quali unioni civili, commentando così il boom bolognese.
“Il dato è molto più alto rispetto al resto d’Italia. Le ragioni? Sappiamo che questa città è attrattiva per la comunità Lgbt, quindi probabilmente partiamo da una percentuale di popolazione più numerosa che altrove. Poi ci sono anche coppie che vengono da fuori per sposarsi a Bologna: siamo un Comune attrattivo per l’immaginario comune, il sindaco Merola disse subito che avremmo celebrato le unioni in Sala Rossa, e insomma ci sono una serie di precondizioni favorevoli che spingono le persone a venire qui. Non ultimo il fatto che ci sia più maturità, più consapevolezza, più visibilità, sia per la coppia per le persone attorno ad essa. Ricordo che alla prima unione civile gli sposi, due uomini, arrivarono a braccetto con le loro mamme, è fu molto dolce. Insomma a Bologna nessuno si deve nascondere, mentre purtroppo altrove succede ancora”. “Come Comune regaliamo una rosa rossa alle spose e una rosa rainbow alle coppie arcobaleno: è molto apprezzata”. “Questa legge è un bel passo avanti, non ci sono più cittadini di serie A e serie B, anche se l’obiettivo resta il matrimonio egualitario. La battaglia ora è quella sulla responsabilità genitoriale piena, perché non ci siano più differenze tra i bimbi arcobaleno e i figli di famiglie etero“.
Il Bologna Pride 2017 andrà in scena il 1° luglio.