‘In Cecenia si stanno perpetrando crimini contro l’umanità. Esiste un sistema di torture guidato e amministrato dagli organismi statali: polizia, procura, forze dell’ordine. Uno dei massimi dirigenti di questo sistema di sterminio ha il soprannome ‘Lord’, Signore: è il deputato ceceno Adam Delimkhanov. Lo STATO va a caccia di gay. Li arresta e chiede loro di denunciare gli amici. Di solito li rinchiude in celle con altri detenuti che vengono obbligati a picchiarli e maltrattarli. Si tratta di crimini contro l’umanità su cui dovrebbe indagare la Corte Internazionale dell’AJA. Secondo le autorità i gay non devono esistere. All’inizio di marzo abbiamo iniziato a raccogliere le prime voci di sequestri e scomparse di gay. Ci siamo rivolti alla procura cecena. ma le nostre denunce sono state respinte come infondate. Non ha senso rivolgersi alle autorità cecene, solo loro stessi i criminali. Abbiamo presentato ricorso alla procura generale russa,all’ombudsman per i diritti umani, al ministero degli interni e allo stesso portavoce del Cremlino. Ma al momento le loro risposte alle nostre richieste d’indagine ci sono apparse poco serie. Tutti i Governi dovrebbero chiedere ufficialmente alla Russia di avviare inchieste per far luce sui crimini contro l’umanità da tempo perpetrati in Cecenia‘.
Così Igor Kocetkov, leader del Russian LGBT Network, unica rete di attivisti in tutta la Federazione, ha questa mattina commentato sulle pagine de LaRepubblica i drammatici accadimenti ceceni delle ultime settimane.
Oltre 100 uomini accusati di essere omosessuali scomparsi, rinchiusi in un lager e torturati, con almeno 3 morti.
Ma l’Europa, almeno per ora, ufficialmente tace.
P.S. illustrazione ad opera di Luigi Argiuolo.