‘Non saremmo tornati su questa vicenda se Anddos non ci avesse querelato per diffamazione‘.
Partendo da questa premesse, la Iena Filippo Roma, minacciata di morte sui social, è tornata ad occuparsi del caso Anddos per dimostrare di non aver raccontato e/o montato bufale all’interno del servizio andato in onda il mese scorso.
Per farlo, ovviamente, è dovuto tornare a guardare dal morboso buco della serratura delle saune private gay, provando a dimostrare non si sa cosa.
Perché per quanto non possano piacere, le orge tra maggiorenni in un circolo privato sono tutt’altro che illegali.
Per quanto sia sconsigliabile e pericoloso, fare sesso con sconosciuti anche senza protezioni è tutt’altro che illegale.
Così come non è illegale prostituirsi.
Il clamore sull’ormai famoso servizio Iene vs. Unar vs. Anddos prese vita dalle modalità tutt’altro che giornalistiche (tra pseudo verità e scabrose battutine) cavalcate dalla Iena Roma (ma si vuol far finta di non capirlo), quest’oggi contattata dalla mamma di un ragazzo 20enne con disabilità, ritardo mentale medio e invalidità del 60%, a quanto pare molestato all’interno della Sauna Anddos. Circoli privati, questi affiliati Anddos, che mai hanno ricevuto un euro di finanziamento UNAR (e se così non fosse bisognerebbe PROVARLO) ma che ancora oggi, incredibile ma vero, sono al centro del ‘caso’ mediatico targato Italia 1 non a caso denominato ‘sesso, prostituzione e soldi pubblici‘. E la telenovela, continua.