Da poco meno di un mese a questa parte, ovvero da quando il caso Iene/Unar/Anddos è diventato d’attualità, la stampa italiana è tornata a guardare il mondo gay dal buco della serratura.
Con fare losco e sporco, raccontando di un mondo promiscuo, pericoloso e poco incline alle protezioni sessuali.
Dopo il servizio sul chem sex del Corriere della Sera, è ora il settimanale GIALLO a sbattere nuovamente in prima pagina l’omicidio Varani con fare sensazionalistico:
‘L’ORRORE NON HA FINE: Marco Prato è sieropositivo. Chi partecipava ai suoi festini di sesso sfrenato è a rischio’.
Secondo quanto riportato dalla rivista, che va oltre la privacy del diretto interessato ‘per informare quanti negli ultimi anni hanno avuto rapporti sessuali con lui‘, Prato avrebbe scoperto di essere sieropositivo a Regina Coeli. Nel 2014 l’ultimo test, risultato negativo. Il contagio, nel suo caso, sarebbe quindi avvenuto in una finestra temporale che va dal 2014 al 2016. Nel caso in cui ne fosse già al corrente e avesse infettato qualcuno Prato, accusato di aver ucciso Luca Varani in concorso con Manuel Foffo, condannato proprio in questi giorni a trent’anni di carcere, rischierebbe una nuova imputazione. Un po’ quanto avvenuto con Valentino, untore 32enne romano che ha contagiato oltre 40 donne. L’idillio tra la stampa tricolore e la comunità LGBT, tutta abbracci, baci e sorrisi per le unioni civili, sembrerebbe essere già finito. Da una parte gli attacchi dei quotidiani di destra nei confronti delle famiglie arcobaleno, dall’altra il buco della serratura che è diventato un portone alto 3 metri, da cui entrare nelle camere da letto altrui con dito puntato, penna avvelenata e immancabile giudizio morale.