L’incredibile servizio delle Iene sul caso Unar/Anddos continua purtroppo a far danni.
A 7 giorni dalla messa in onda, infatti, il Corriere della Sera ha realizzato uno scandalistico ‘reportage’ all’interno dell’Universo del ‘sesso estremo gay’, ad opera del giornalista Leonard Berberi.
Attraverso app come Grindr e Hornet, costui ha passato un’intera notte milanese tra appartamenti privati e locali (altrettanto privati), dove si fa sesso di gruppo con droghe a traino.
I ‘chemsex party’ che già ai tempi dell’omicidio Varani vennero alla luce, riportando a galla il luogo comune di una comunità che non farebbe altro da mattina a sera.
Scopare, drogarsi, scopare e drogarsi.
Possibilmente senza protezioni.
L’articolo del Corriere non ha di fatto nulla dell’inchiesta giornalistica, se non cavalcare il desiderio di spiare dal buco della serratura il privato di determinati soggetti, in questo caso neanche a dirlo omosessuali.
I ‘chemsex party’ esistono anche in ambito eterosessuale, le orgie non sono una peculiarità LGBT così come il sesso bareback, per non parlare del fiume di droga che scorre dalle Alpi all’Etna, fregandosene beatamente dell’orientamento sessuale di chi compra. Per non parlare poi dei club privati per scambisti (etero) che fatturano decine di milioni di euro l’anno.
Eppure da 7 giorni a questa parte l’opinione pubblica nazionale è tornata ad interessarsi ad un mondo, quello del sesso libertino, visto solo e soltanto attraverso la lente d’ingrandimento gay.
Una scelta precisa, fuorviante e giornalisticamente parlando a dir poco criticabile, perché dettata da un preconcetto di fondo esplicitato sin dall’unica foto utilizzata all’interno dell’articolo. Un banalissimo fermo immagine di Looking così descritto: ‘telefilm americano della HBO che racconta la storia di un gruppo di amici omosessuali‘. Amici gay e sesso estremo, binomio evidentemente certificato per Il Corriere della Sera.