‘L’attacco delle iene ad Anddos e all’Unar, che ha portato alle dimissioni del suo direttore, Francesco Spano, è un attacco a ciascuno di noi. Troppe volte abbiamo assistito a servizi giornalistici montati ad arte e pretestuosi che non si comprende a chi giovino!Certa stampa dovrebbe essere più responsabile e attenta alla verità dei fatti. I fondi dell’Unar destinati ad Anddos servivano per finanziare progetti che si rivolgono al sociale con centri anti violenza e d’ascolto, non certamente saune, locali e quant’altro come invece fa credere il servizio delle Iene. La sospensione del bando blocca fondi da utilizzare per il sociale per contrastare la marginalità, le discriminazioni e l’esclusione sociale, non solo riferiti al mondo lgbtqi.Nel nostro Paese c’è un clima ostile quando si parla di sessualità, soprattutto legata alle persone omosessuali: siamo profondamente sessuofobi e lo riscontriamo continuamente in tanti contesti. Chiediamo di non bloccare i fondi dell’Unar ai progetti delle Associazioni, con i quali tante battaglie vengono portate avanti, perché ciò rappresenterebbe una sconfitta generale. Quando si attaccano le Associazioni lgbtqi in questo modo così violento, si permette agli integralisti di colpire un’intera comunità, Noi non saremo mai invisibili, come qualcuno di loro vorrebbe, ma sempre a testa alta e con grande forza poteremo avanti le battaglie per i diritti di tutte e tutti‘.
Con queste parole il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha preso posizione nei confronti del clamoroso attacco andato in scena domenica notte, quando Le Iene hanno sparato a zero sull’UNAR, sul suo ormai ex direttore, su Anddos e su tutto il mondo LGBT, da 24 ore in balia della solita disinformazione catto-omofoba. In difesa dell’UNAR, e contro la trasmissione Mediaset, si è schiarato anche Arcigay, per voce del segretario nazionale Gabriele Piazzoni.
“In queste ore assistiamo al tentativo di sospensione della libertà di associazione per le persone, omosessuali e non, in Italia”. “Il servizio andato in onda ieri sera nella trasmissione “Le Iene”, che in malafede dosava anonimati, vaghezza e repentini precisi dettagli, perfino lesivi del diritto alla privacy, ha innescato una macchina del fango ignobile, subito cavalcata dagli omofobi di professione, dentro e fuori il Parlamento. In serata sono poi giunte le dimissioni del Direttore dell’Unar, che si è fatto carico di rispondere in prima persona del polverone assurdo sollevato dalla denuncia delle Iene. Il passo indietro del direttore serve a ristabilire la serenità necessaria a far proseguire il lavoro importante di Unar. L’elenco dei progetti finanziati dal dipartimento della Presidenza del Consiglio contiene iniziative importanti che si occupano di marginalità e di contrasto alle discriminazioni e all’esclusione sociale: è necessario che il Paese e le persone (lgbti e non) che ci vivono e lo attraversano possano contare su queste possibilità, rare almeno quanto sono necessarie. C’è tutto un mondo del volontariato che lavora, fa tanto, nella stragrande maggioranza dei casi senza l’ombra di un euro di finanziamento pubblico . E c’è tutto un mondo di persone lgbti che hanno bisogno di interventi sociali e di sostegno, persone che non possono essere lasciate sole. Strumentalizzare delazione carpite, confezionarle in una narrazione piena di pruderie e illazioni solo per affossare l’Unar è un’operazione politica miope. Non si getti fango, piuttosto si chieda chiarezza. L’Unar è e deve continuare ad essere un organo di garanzia di tutti e tutte sulle politiche contro le discriminazioni”.