‘Non è discriminatorio usare amore come termine al maschile, anche perché amore copre tutta una serie di possibilità: può essere amore fra un uomo e una donna, fra due donne, fra due uomini, fra madre e figlio, padre e figlia, genitori e figli, e chi più ne ha più ne metta. Non c’è quindi nulla di discriminante, così come la bellezza copre bellezza femminile e maschile, la scienza è fatta da scienziati e scienziate, la virtù può essere praticata da chiunque’.
Fine del dibattito.
7 giorni dopo la geniale campagna Real Time per San Valentino, che aveva chiesto con tanto di petizione on line l’introduzione di un genere neutro per ribadire l’universalità del significato, l’Accademia della Crusca, interpellata dall’Espresso in materia, ha così chiuso il ‘caso’.
Amore è amore comunque, anche se al maschile, senza limitazioni alcuna. A dir poco scontato, ma ora certificato anche dagli esperti linguisti.