Giustizia ha vinto.
Grazie ai ragazzi di Gay Lex, che sono stati super efficienti nel contattate Facebook Italia, il ridicolo blocco di 30 giorni imposto al sottoscritto (e conseguentemente alle pagine social di Spetteguless ed Arcobamedia) per aver pubblicato una citazione cinematografica di SCARFACE, è caduto.
L’algoritmo di Mark Zuckerberg rastrella determinate parole, insulti, facendo automaticamente cadere la cesoia nei confronti di chi li ha pubblicati.
Senza contestualizzare e/o fare dei doverosi distinguo.
Questo perché dietro la macchina da guerra Facebook, che fattura miliardi l’anno e ha quasi 2 miliardi di iscritti in tutto il mondo, non esistono ‘persone’, chiamate a trattare caso per caso. Troppo costose, probabilmente.
C’è una macchina, un programma, il celebre algoritmo. E da quello non si sfugge.
Ecco perché è consigliabile evitare l’uso di determinati termini, anche se solo semplicemente riportati e utilizzati per rimarcare l’omofobia di tot soggetti.
Perché Facebook non fa distinzioni.
Detto ciò, grazie ancora a Gay Lex, studio che offre un servizio legale interamente dedicato alle persone gay, lesbiche, transessuali, intersessuali e bisessuali, per il pronto intervento.