Marco Mengoni confessa: da adolescente ero un complessato

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marco-mengoni-costume-4 «Ero un’altra persona. Ero un mangiatore seriale di Nutella: una volta ne ho divorato tre chili in una settimana. Ho avuto talmente tante coliche che sono finito anche in ospedale (…) Da piccolo ero un solitario». «Quando sei piccolo, è difficile ascoltare i genitori. I tuoi complessi puoi capirli solo tu. Io mi vergognavo, per esempio, di uscire con gli occhiali da sole: mi sembravano troppo estrosi. Se mia mamma mi diceva: “Stai bene”, oppure: “Non metterti i maglioni della taglia XXL”, non le davo retta. Il problema era solo nella mia testa, nell’accettazione del mio corpo. Mi coprivo tutto, con sciarpe e capelli lunghi». «Fa parte dell’essere umano. Inizi ad accettarti quando capisci che nel mondo non c’è nessuno come te: sei speciale, unico».

Via Grazia così Marco Mengoni ha ricordato i tempi in cui era cicciotto e complessato, prima di scoprire la palestra e… il mio amato gioco del burraco.

«Sì, ci gioco spesso, con i miei amici. E chi perde deve fare qualcosa di stupido: entrare in un negozio e urlare alla cassiera: “Sei una matta”, o girare nudo in strada. In realtà non lo fa nessuno perché scegliamo penitenze troppo assurde».

L’uomo della mia vita.

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