L’11 maggio scorso la legge Cirinnà venne approvata, per poi entrare in vigore il 5 giugno.
In estate le prime unioni civili all’italiana sono diventate realtà, entrando in pochi mesi nella normalità quotidiana di un Bel Paese che le ha serenamente digerite.
Nessuna famiglia ‘tradizionale’ è implosa a causa nostra, con i cattoestremisti della prima ora incapaci di raccogliere 500.000 firme per l’annunciato referendum. Di fatto bocciato ancor prima di nascere.
Ebbene a detta del Corriere della Sera sono quasi 1000 le coppie tra persone dello stesso sesso che si sono ‘unite civilmente’ in questi mesi.
Tante, tantissime.
Davanti a tutti Milano, con un centinaio di coppie sposate e 300 in lista d’attesa, seguita da Napoli e dalle isole Sicilia e Sardegna. Benino Roma, che è partita in ritardo rispetto al resto d’Italia, per una battaglia vinta dopo decenni d’attesa ma tutt’altro che conclusa.
Perché ancora molto c’è da fare, vedi stepchild adoption da far rientrare dalla porta principale.