“Ciò che mi è accaduto è davvero squallido. Oggi pomeriggio mentre tornavo dal lavoro, zona Flaminio, tre ragazzi mi hanno aggredito e pestato. La causa di tutto ciò è stata la mia omosessualità non accettata da loro. Mentre camminavo uno dei tre aggressori mi ha colto alla sprovvista alle spalle, strattonandomi lungo la strada, afferrandomi per i capelli, sotto lo sguardo incredulo dei passanti. Gli altri due non contenti hanno maltrattato il mio corpino con schiaffi e calci. I passanti sono venuti in mio soccorso e con loro anche le forze dell’ordine. Morale della favola? La legge italiano non li ha puniti solo perché non c’era sangue o lesioni su di me. L’unica a cui ringrazio è stata una ragazza che ha preso le mie difese e mi ha aiutato. Parlano tanto di emancipazione, ma qui di emancipato non c’è nulla. Sono disgustato e nauseato. La Legge ITALIANA ancora tutt’oggi non ci tutela come accade nelle altre parti del mondo! Basta! Noi non vogliamo ancora vivere con la paura di ritrovarci un giorno in ospedale per questi assurdi motivi”.
Con queste parole, via Facebook, è arrivata l’ennesima denuncia di omofobia capitolina.
Vittima un giovane di Foggia, a Roma solo da pochi mesi, preso a calci e a pugni in zona Flaminio da 3 bestie.
Il motivo? Lerry è omosessuale.
“Fai schifo, voi gay dovete fare tutti la stessa fine e quelli che incontreremo la faranno”, questo i tre delinquenti gli hanno urlato in faccia, come da lui raccontato a Spy.it, per un caso di violenza omofoba che ribadisce, ancora una volta, l’urgenza di una legge ad hoc che punisca simili reati. Continuare impunemente a rinviarla, mentre ragazzi e ragazze vengono quotidianamente picchiati e insultati solo e soltanto perché gay, può significare solo una cosa: complicità.