Chiara Appendino non è Virginia Raggi e ogni giorno lo sta dimostrando sempre più.
La neo-Sindaca 5 stelle ha affidato a Marco Alessandro Giusta, ex presidente dell’Arcigay Torino, l’assessorato alla Famiglia, che per volere proprio della Appennino è diventato ALLE FAMIGLIE.
Un cambio tutt’altro che casuale, è evidente, per rimarcarne la pluralità.
“Il passaggio dal concetto di famiglia a quello plurale di famiglie negli atti dell’amministrazione non è solo una questione nominalistica, ma un cambio di approccio che consiste nel dare un nome alle cose, a quelle realtà che già esistono e che non trovano un riconoscimento nemmeno nel linguaggio”. “Sarò l’assessore anche delle famiglie gay”. “Non c’è nessuna volontà di fare stravolgimenti. Semplicemente intendiamo assumere un approccio che porti progressivamente a dare un nome alle cose”.
Queste le parole di Giusta, che sottolinea come verrà introdotto il riconoscimento formale del concetto di ‘famiglia omogenitoriale’ all’interno dello statuto della città, perché “l’importante è compiere un mutamento di approccio, cominciando a considerare anche nel linguaggio pubblico migliaia di persone che finora non sono state rappresentate”. Alla Raggi, che in campagna elettorale ha fatto sparire qualsiasi traccia LGBT dal proprio programma, che non ha ancora annunciato una giunta, che è corsa a incontrare il Papa e che da giorni litiga con il proprio movimento causa nomine mancate o evitabili, il compito di replicare concretamente.