‘Vento in poppa come un veliero
Vengo in bocca come a Va*****
Che in verità è una donna, a me sta bene, il mondo è vario
Vladimiro re-invertito, un travestito al contrario
“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo
Esplodevo come a Chernobyl dopo il suo concerto
Eravamo nel suo camerino a bere vino, io l’ho spinto in bagno
Lui mi ha detto “In tutti i mari, in tutti i laghi
Non capisci, mi bagno”
Con una corda l’ho legato sul divano
Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda il mio compagno
Di scuola media, si chiamama Massimo, chiavava al massimo
Una media alta, mi inculava come i mass media”
Io ho risposto “Complimenti”, gli ho abbassato i pantaloni
E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti
Giù le mutande, il liquido fuori da questo glande
Tira su tutto come le canne, mi sono fatto Valeria Scanner’.
Testo diffamante, quello scritto da Fabri Fibra contro Valerio Scanu.
A me di Te il titolo della canzone finita a processo, con la procura di Milano che ha condannato il rapper a pagare una multa, oltre ad una provvisionale (cioè un anticipo di risarcimento) di circa 20mila euro. Paola Castiglione e Ugo Cerruti, legali di Valerio, cantano giustamente vittoria:
“Le espressioni utilizzate dal cantante Fabri Fibra sono diffamatorie in maniera oggettiva, come ha stabilito il giudice. Ed è la prima sentenza in Italia che vede la condanna per diffamazione di un cantante di musica rap. La musica è libertà, ma insultare squallidamente una persona non è musica e non è arte. Ognuno è libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, non di offendere e diffamare una persona”.
Giustamente duro anche da parte di Fabio Pellegatta, presidente milanese di Arcigay, che rilancia:
“I rapper, che si rivolgono soprattutto ai ragazzi più giovani, dovrebbero stare attenti a non passare messaggi offensivi e omofobici. L’omofobia nasce dalla non conoscenza e dal non rispetto
delle persone. Il tema non nasce di certo con Fabri Fibra. Anni fa, il tema fu sollevato sul caso di un famosissimo rapper statunitense. Il fatto di avere come interlocutori soprattutto studenti minorenni dovrebbe spingere chi canta hip hop a essere consapevole del proprio ruolo sociale, e di conseguenza evitare concetti e linguaggi che possono ferire, o indurre alcuni ad atteggiamenti violenti e discriminatori“.
Vinto il primo round, Scanu si riserva di agire anche in sede civile per ottenere un pieno risarcimento del danno subito.