Da una parte una cantante lirica, già docente di Arte Scenica che ricopre la cattedra di Canto presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari; dall’altra un attore teatrale romano, che dopo il delirio creato si è in parte scusato.
Nel mezzo la strage di Orlando e il Gay Pride capitolino, andato in scena sabato scorso, tra Nepalm e pedofilia. Perché i social sono anche questo, purtroppo, ovvero un gigantesco megafono in cui vomitare tutto il proprio odio e la propria ignoranza. Senza che il censoreo a orologeria Facebook, tra le altre cose, faccia nulla.