Il 12 giugno del 2016 verrà ricordato come l’11 settembre dell’omofobia, a causa di quanto avvenuto ad Orlando, in Florida.
Omar Mateen, americano di origini afgane che nella notte ha preso in ostaggio oltre 100 persone all’interno di un locale gay della città, ha messo a segno una strage senza precedenti.
Oltre 50 morti e quasi 50 feriti. Ragazzi e ragazze che stavano passando un semplice sabato sera in disco, come il sottoscritto che poche ore prima ballava al Village capitolino. Nulla di diverso, se non la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Una cerneficina pregna d’odio, che è subito diventata la peggiore strage commessa con armi da fuoco della storia americana.
“Il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell’America”.
Queste le parole rilasciate dal padre del folle, impazzito per un semplice bacio ed ucciso dalla polizia al termine di un blitz, per un movente che si fa quindi pura e semplice omofobia, disprezzo nei confronti di chi si crede diverso, inferiore, immeritevole di pari diritti.
L’insano gesto di un pazzo, di un cane sciolto o di un attentatore legato all’IS? Tutte le domande rimangono sul piatto dell FBI che indaga, ma certo è che la comunità glbtq internazionale dovrà reagire con forza e coraggio, di fronte a questo orrore, proprio nel mese dell’Orgoglio. Perché nessuno potrà mai privarci della libertà di essere quel che siamo, tanto in casa quanto fuori, nei locali, in strada, nelle spiagge, tra la gente.
L’unica reazione possibile ad uno schifo simile, figlio indiretto dell’odio quotidiano che ci viene vomitato addosso da politici, rappresentanti religiosi, fanatici e personaggi tv, è e rimane quella di proseguire a vivere le nostre vite senza cedere al loro insano terrore, continuando quindi a riempire le discoteche, i pub gay, le gay street, i festival gay e tutto quel che più ci rappresenta.
Sempre più a testa alta, baciandoci come se non ci fosse un domani.