Sabato 11 giugno, Piazza della Repubblica, concentramento alle ore 15:00 e partenza alle ore 16:30. Arrivo in Piazza della Madonna di Loreto, ovvero il Gay Pride romano del 2016, quest’oggi presentato in conferenza stampa con tanto di doverose rivendicazioni politiche.
‘Chi non si accontenta LOTTA’ il riuscito slogan di stagione, una pacifica lotta per la conquista della piena paritaÌ€ e il riconoscimento della libertaÌ€ di vivere, di scegliere, di amare senza ingerenze ideologiche, moralistiche o religiose. Una lotta di donne, padri, migranti, frocie, travestiti, disoccupate, antifascisti, precari, atei, studenti, operaie, insegnanti, artiste, trans, lesbiche, anziani, calciatrici, drag queen, queer, persone al primo coming out, persone per la prima volta al Pride, omosessuali, fratelli, persone in AIDS, sorelle, femministe, disabili, uomini, genitori di gli omosessuali, professioniste, sognatori, lavoratori, persone in HIV, drag king, giovani, intersessuali, sportivi, bisessuali, gender- uid, lavoratrici, credenti, attiviste, intellettuali, madri, genitori omosessuali, eterosessuali.
Con la Legge sulle Unioni Civili, fanno sapere gli organizzatori, rileviamo uno scarto positivo dello Stato rispetto al disinteresse assordante del passato. Questa legge prevede importanti diritti che nei prossimi mesi, con l’emanazione dei decreti d’attuazione, risponderanno positivamente ad alcune esigenze pratiche e urgenti della vita quotidiana delle coppie omosessuali. Ma NOI NON CI ACCONTENTIAMO.
Questo è il punto. Quel che si chiede al Parlamento è una legge contro omofobia e transfobia, maggiore attenzione ai programmi di educazione alle differenze nelle scuole, che non si ostacolino più le campagne di informazione e sensibilizzazione su Hiv, Aids e malattie sessualmente trasmissibili, che si faccia finalmente un passo avanti nel riconoscimento e tutela delle persone transessuali e intersessuali, troppo spesso dimenticate e maggiormente discriminate, infine una particolare attenzione a tutte e tutti coloro che vivono spesso doppie discriminazioni per la loro diversità e il loro orientamento sessuale, come le persone sorde. Perché la piena uguaglianza non è ancora stata raggiunta. E allora tutti in strada, ancora una volta, l’11 giugno prossimo, per ricordare alla politica che non potranno dimenticarsi di noi per altri 70 anni.