Si chiama “26, The plaza apartments, Venezia, Hawaii” ed è un autentico colpo di fulmine il disco d’esordio delle Kitchen Machine, duo composto dalla trentina Adele Pardi e dalla romana Chiarastella Calconi. Prodotto da Chiarastella Calconi e distribuito da Artist First, l’album è una raccolta-manifesto di un gruppo di lavoro che ingloba, contiene e travasa collaborazioni e influenze molto diverse provenienti dai diversi background delle due artiste fondatrici.
I sonetti ottocenteschi e la cassa dritta, il DJ e il suonatore di banjo trovano quindi coerenza nella casa di KM, nella quale la famiglia è allargata perché è allargato non solo il concetto di musica ma, più specificatamente, quello di suono.
Un disco di brani quindi ma, soprattutto un disco di suoni, un’idea sonora che spazia fra acustico ed elettronico trovando nella voce, il filo conduttore.
Ed è con LA DOTE, singolo d’esordio, che la conquista è immediata. Il brano è la trasformazione di un sonetto ottocentesco musicato per voce e violoncello, che racconta della dote di una sposa, in un trionfo dance con piscine e martini dry.
Gli strumenti principali utilizzati da Adele e Chiarastella sono quattro: il violoncello, la tastiera, il computer e la voce.
Ed è proprio la voce – all’unisono, armonizzata o solista – il fil-rouge di tutto il progetto; due voci anzi, ma che sembrano una, un infuso di armoniche a tratti identiche e a tratti diversissime, che mette l’ascoltatore di fronte ad un suono prima compatto, seducente e vellutato e poi sorprendente quando aperto in armonie complesse, non sempre intuitive, a volte stranianti ma magnetiche. Io non ascolto altro da questa mattina, con 11 tracce al limite dell’ipnotismo. Ascoltare per credere, tra iTunes, Spotify e Deezer. Kitchen Machine.