Bello, bravo e friendly.
Da sempre.
Il talentuoso Gabriele, ballerino di Amici, ha danzato per l’intera stagione del serale coreografie ammiccanti e particolarmente bollenti, tanto da scatenare persino l’ormone di Kevin Spacey e finire sui siti d’America. Nelle ultime puntate, invece, l’ottimo Giuliano Peparini ha studiato per lui cornici cinematografiche, tratte da capolavori della settima arte e spesso a tematica glbtq.
Evento verificatosi ben due volte durante la semifinale di questa sera. Prima con un omaggio a Philadelphia di Demme, che portò Tom Hanks al suo secondo premio Oscar (QUI IL VIDEO), e poi con una meraviglioso lode a Morte a Venezia (QUI IL VIDEO), gioiello di Luchino Visconti ambientato nei primi anni del ‘900 in una città ammorbata da un’epidemia di peste. Qui il compositore Gustav Aschenbach, uomo distinto e riservato, rimane affascinato dalla bellezza del giovane polacco Tadzio e istantaneamente si abbandona a una passione segreta. Quella che lo porterà alla morte.
Ebbene quanti delle giovani spettatrici di Amici conosceranno un titolo simile, uscito nel 1971? Poche, pochissime, forse nessuna. Ed è qui che l’edizione 2016 di Amici prende forza, perché in grado di presentare attraverso il ballo, e le sue coreografie, meraviglie artistiche passate probabilmente sconosciute alle nuove generazioni. E possibilmente da (ri)scoprire. Se anche solo il 5% delle ragazzine urlanti da casa lo facesse, Maria avrebbe già vinto.