“La fiducia serve per verificare se si può andare più veloce in Parlamento ma anche un rischio: significa dire ‘su questa cosa mi gioco la faccia del governo, perché se non funziona vado a casa’”. “Ogni volta sui diritti delle coppie dello stesso sesso si è fatta una legge che diventava un bellissimo oggetto di discussione elettorale ma non materia parlamentare. E invece adesso finalmente le cose si fanno. La legge è equilibrata, di compromesso, non tutti possono esultare”. “L’atteggiamento negativo di parte della chiesa era largamente atteso. Io sono cattolico ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”. “Se sei convinto che una cosa sia giusta, la fai. E se dovrai pagare le conseguenze in termini elettorali, le pagherai. Le cose che dobbiamo fare le stiamo facendo, indipendentemente dal rischio di perdere consensi. Il collegamento con il referendum costituzionale lo trovo strano, ma rispettabile”. “Se una legge sulle adozioni si fosse potuta fare in questa legislatura l’avremmo già fatta, vedremo se si potrà fare da qui al 2018. Ora è prematuro capire se i numeri ci sono o meno, in questo Parlamento finora non c’erano”. “Ci sono un sacco di bambini soli, un sacco di coppie eterosessuali che vorrebbero adottare ma hanno un sistema molto farraginoso di procedure, in cui spesso devi conoscere qualcuno e non è giusto. Mi piacerebbe discutere serenamente, riflettere per il bene del bambino”.
Per una volta, mi tocca dirlo e lo faccio con intteso piacere, applausi per Matteo Renzi. Da uno che nel 2007 stava nella piazza del Family Day contro i DICO di Prodi, onestamente parlando, è un salto carpiato con avvitamento e pochi schizzi.