‘È bello, dopo tre anni di lavoro, vedere finalmente un risultato per il nostro Paese. È un primo passo importante, storico, dopo 30 anni nei quali il Parlamento aveva solo rimandato, frenato, eluso. Anche se resta quel “buco nel cuore”: l’assenza del riconoscimento della genitorialità e dei bambini delle famiglie arcobaleno. So, però, che questo è solo il primo passo per far diventare l’Italia civile e per metterla al passo con l’Europa, e che dobbiamo comunque andare avanti sul riconoscimento della genitorialità e arrivare al matrimonio egualitario. Al congresso spero che il matrimonio egualitario sia nei documenti congressuali di tutti i candidati alla segreteria. Il Partito democratico, il partito più forte, quello che prende più voti in tutta Europa, non può non aprirsi all’uguaglianza vera e l’uguaglianza vera è solo il matrimonio’.
Via l’Unità così parlò Monica Cirinnà, prima firmataria di quella storica legge che da oggi in poi avrà sempre il suo nome.
3 anni di fatica e battaglie, di bocconi amari da dover mandare giù, insulti, minacce, paure di non farcela ed ora grandi soddisfazioni. In attesa del prossimo traguardo, che si chiama matrimonio.
Nel frattempo, sempre e comunque, grazie Monica.