Dmitry Tsilikin, giornalista e critico teatrale, è stato trovato morto in una pozza di sangue nel suo appartamento di San Pietroburgo, il 31 marzo scoeso.
Ad ucciderlo Sergei Kosirev, 21enne studente nonché adoratore di Hitler, come rivelato dalla polizia. ‘The Cleaner’ il suo soprannome. Il folle ha confessato. Tsilikin, gay non dichiarato, avrebbe incontrato Kosirev dopo averlo rimorchiato on line. Gli inquirenti temono che Kosirev abbia minacciato di sputtanarlo, chiedendo in cambio del denaro per il suo silenzio. Sarebbe così scoppiata una lite, con il 21enne che ha riempito di coltellate il povero Tsilikin, lasciato a morire dissanguato. Lentamente.
Kosirev ha poi rubato il computer portatile e il portafoglio del giornalista, prima di scappare.
Tanya Cooper di Human Rights Watch ha fatto notare come tutti i politici russi abbiano le mani sporche di sangue, seminando insulti pieni d’odio omofobo giorno e notte, tanto da alimentare una rabbia nei confronti del ‘diverso’ che sempre più, in Russia, fa rima con violenza.