Chissà se la CEI, dopo il delirio creato con Weekend, oserà metter bocca persino su Kung Fu Panda 3.
E chissà se Mario Adinolfi si darà fuoco in un cinema, dopo aver visto con stupore la trama snocciolata dalla Dreamworks, con tanto di co-regista italianissimo (Alessandro Carloni).
Perché il simpatico panda Po, che avevamo abbandonato nel 2011 con il secondo capitolo della saga, si appresta a tornare nei cinema d’Italia con una clamorosa e voluta sorpresa al suo interno.
La famiglia omogenitoriale.
Con tanto di pseudo stepchild adoption. Esatto.
Il padre biologico di Po, Li Chan, a lui rimasto ignoto per una vita, giunge infatti nella Valle della Pace per un divertente ed emozionante ricongiungimento con il figlio ormai adulto. Po, in Italia doppiato da Fabio Volo, si ritroverà così con due papà, ovvero l’oca Mr. Ping, che l’ha cresciuto e coccolato per tutta la vita dopo averlo trovato abbandonato in una cesta da piccolo, e il padre biologico, ricomparso dal nulla dopo decenni d’attesa.
Privo di madre, adottato e con due papà che lo amano in egual misura, il Panda più famoso dell’animazione mondiale è così diventato il miglior spot cinematografico su piazza per la famiglia omogenitoriale, mostrando ad un’intera generazione di bimbi la ‘normalità’ della famiglia moderna. Checché ne dicano gli eventuali bigotti e cattoestremisti genitori.