“Pur essendo abituati a questo tipo di giudizi per alcuni dei titoli più innovativi e irriverenti del proprio catalogo, colpisce che stavolta la valutazione riguardi un film che racconta una semplice storia d’amore, “un’onesta, intima, autentica storia d’amore” come la descrivono le parole del regista, appena reduce dal trionfo di 45 anni con Charlotte Rampling”. “Aspettiamo una valutazione completa, però di fronte ad una vetusta e omofoba categorizzazione come questa nessuno mi toglie dalla testa che non avrebbero usato le stesse parole se la coppia fosse stata eterosessuale. Questi giudizi dimostrano l’orrore provato per il corpo maschile e verso l’omosessualità da parte di una Chiesa Cattolica ferma a secoli fa”. “Anche il nostro Lo sconosciuto del lago venne classificato inutilizzabile, ma lì avevamo immagini di fellatio in primo piano e di sesso anale. Chiaro, non condivido quel giudizio, ma comprendo che per la categorie della Commissione si potesse prestare ad una tale proibizione, però qui mi scandalizzo di più perché il film parla di una storia d’amore, e racconta di paure ed incertezze nel parlare e confrontarsi con l’altro. Una questione dell’anima e del sentimento molto complessa ridotta a ‘droga e omosessualità’. Per questo affermo serenamente che la CEI ci fa schifo”.
Parole e pensieri rilasciati a ILFATTOQUOTIDIANO da parte di Cesare Petrillo, capo di quella Teodora che da DOMANI porterà nelle sale d’Italia Weekend di Andrew Haigh, incredibilmente definito “sconsigliato, non utilizzabile e scabroso” dalla Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI.
Un giudizio netto che ha limitato la diffusione della pellicola in molte sale d’essai (le cui mura appartengono proprio al Vaticano), tanto da doversi fermare a 10 sale appena in tutto il Paese.
Ed è qui che parte l’applauso per Teodora, 10 giorni fa in trionfo agli Oscar grazie al capolavoro Il figlio di Saul, per la presa di posizione serenamente annunciata.