Dopo 5 anni d’attesa Weekend, capolavoro di Andrew Haigh, uscirà anche nei cinema d’Italia.
Un evento reso possibile da Teodora, che porterà Weekend nelle sale del Bel Paese il prossimo 10 marzo. Una release imperdibile, nel caso in cui non abbiate mai avuto modo di vederlo, perché Weekend ha segnato il cinema glbtq dell’ultimo decennio. Haigh, poi diventato regista e produttore di Looking per la HBO e nell’ultimo anno nuovamente applaudito con 45 anni, racconta con eleganza un’onesta, intima e autentica storia d’amore.
Quella di Russell e Glen, che si conoscono in un locale e si risvegliano fianco a fianco la mattina dopo. Quella che sembra solo l’avventura di una notte si trasforma però in qualcosa di più: nell’arco del weekend i due arriveranno a condividere sentimenti, ricordi, paure e desideri, fino a scoprirsi all’inizio di un’imprevista e travolgente storia d’amore.
Ebbene a 20 giorni dall’uscita in sala ecco arrivare una clip sottotitolata in italiano del film, in esclusiva per Spetteguless, con a seguire le interessantissime note di regia dello stesso Haigh.
Raccontare quel sentimento misto di paura e eccitazione che arriva insieme alla possibilità di qualcosa di nuovo. Volevo vedere questi due giovani uomini innamorarsi lentamente l’uno dell’altro, delle loro reciproche differenze, quasi come se stessero scoprendo dei pezzi mancanti di loro stessi. Volevo catturare quei momenti che due persone condividono quanto iniziano davvero a impegnarsi in una relazione. Russell e Glen sono due uomini che attraversano la vita in modi diversi ma entrambi cercano la stessa cosa: il loro posto nel mondo. Stanno provando a capire chi sono, cosa vogliono e come possono definire se stessi, in pubblico come in privato.
Questioni di identità
Ovviamente, trattandosi di due personaggi gay, molte di queste problematiche acquistano una pertinenza particolare e ho cercato di dire qualcosa di sensato sulla complessità di cosa voglia dire oggi essere gay. Guardando molti film che affrontano tematiche omosessuali verrebbe da pensare che le uniche storie che vale la pena raccontare siano quelle di coming out o di amore represso. Ma non era quello che mi interessava. Piuttosto volevo esplorare il modo in cui queste persone gestiscono la propria sessualità dopo il coming out, se e come si lasciano definire da quest’ultima, come rispondono all’esperienza della propria diversità. Ma è importante dire che non bisogna essere gay per dover combattere per questioni di identità e di autenticità e nella sua essenza Weekend è la storia di due persone che si innamorano. Questo ha davvero poco a che vedere con l’essere gay o meno.
Gli attori
Una delle maggiori preoccupazioni era quella di trovare i due protagonisti giusti. Abbiamo incontrato molti attori, sia individualmente che in coppia, sempre in cerca di quella scintilla da riuscire a portare sullo schermo. Tom Cullen e Chris New l’avevano fin dal primo casting di coppia. Il periodo di prove è stato molto breve, circa una settimana, e l’abbiamo impiegato soprattutto a conoscerci l’un l’altro e a sentirci a nostro agio. Professionalità a parte, credo che una buona dose della chimica tra due personaggi provenga da quello che accade fuori dallo schermo. Se sul set hai la giusta atmosfera, speri sempre che una volta accesa la cinepresa quel mood continui e confluisca nel film. Peraltro, pur attenendoci sempre al copione durante le riprese, il cast è stato sempre incoraggiato a improvvisare e provare cose diverse. Era fondamentale che le performance degli attori fossero il più naturali possibile e abbiamo cercato di fare in modo che il cast sentisse ogni cosa nel modo più autentico. Il fatto di girare le scene in ordine cronologico e di usare dei lunghi piani sequenza ha aiutato molto in questo senso.
Coincidenze cinematografiche
Ci sono diversi registi che ammiro e il cui lavoro mi ha influenzato, penso soprattutto a autori statunitensi contemporanei come Ramin Bahrani (Goodbye Solo, A qualsiasi prezzo, 99 Homes) e Kelly Reichardt (Wendy and Lucy, Night Moves). È interessante che per Weekend abbiamo usato molte location di Nottingham presenti in Sabato sera, domenica mattina, il classico della British New Wave diretto da Karel Reisz nel 1960. La celebre Goose Fair, innanzitutto, ma anche il grande palazzo dove si svolge buona parte dell’azione, che è stato costruito nel punto esatto dove viveva il personaggio interpretato da Albert Finney prima che quelle case venissero demolite. Si tratta di una meravigliosa coincidenza e Sabato sera, domenica mattina ha davvero avuto un’influenza sul nostro lavoro. È un film che secondo me racconta di come alcune persone lottino per trovare un posto all’interno di una società che cambia, sia che accettino le convenzioni correnti sia che combattano contro di esse. È un tema che speravo anche il mio film riuscisse ad esplorare.