Non è ancora ‘ufficiale’, ma domani prenderà forma il maxiemendamento di Governo con voto di fiducia al Ddl Cirinnà, che vedrà le unioni civili all’italiana sbarcare al Senato nella botte di ferro della ‘strana’ maggioranza Pd-Ncd-Verdini.
Ma a che prezzo.
La stepchild adoption, diventata dal nulla bandiera dei cattoestremisti contro la legge, verrà stralciata, lasciando sul campo sconfitti e vincitori.
Ma andiamo con ordine.
Se il DDL Cirinnà dovesse andare incontro alla trafila di emendamenti presentati dalle opposizioni a vincere sarebbero quest’ultime, legittimate dall’uccisione del canguro; il Partito Democratico, che potrebbe scaricare la colpa di un eventuale affossamento da voto segreto al voltafaccia grillino di 7 giorni fa; le associazioni glbtq, che ancora sperano di poter portare a casa l’intero pacchetto e chiedono un voto ‘palese’ sui vari emendamenti, stepchild compresa (ma con quali rischi); e i cattoestremisti, che in questo modo avrebbero centinaia di tentativi per impallinare l’intero DDL e cantar vittoria.
In mezzo al guado i grillini, colpevoli numero 1 in caso di crollo causa no al canguro oppure in trionfo per appoggio alla Cirinnà al termine della sfiancante maratona ‘elettorale’ da loro ‘difesa’ per presunto spirito democratico.
Se invece il DDL Cirinnà dovesse saltare a piè pari il campo minato degli emendamenti e andare incontro al voto di fiducia governativo SENZA stepchild adoption, cosa ormai praticamente data per certa, a vincere sarebbero quasi tutti. Ovvero:
– i 5 Stelle, che potranno gridare al voltafaccia renziano dimenticandosi ovviamente il ‘perché’ di un simile cambiamento di strategia (il loro no al canguro).
– l’NCD di Alfano, che potrà ribadire la propria importanza all’interno dell’esecutivo.
– I cattoestremisti fuori e dentro il Parlamento, che potranno brindare allo stralcio di quell’articolo per loro diventato punto di non ritorno verso l’apocalisse terrena.
– il Pd, che potrà portare a casa una prima storica legge sui diritti glbtq e a sua volta incolpare i 5 Stelle per l’addio alla stepchild adoption (vedi il loro no al canguro).
– la minoranza Pd, che potrà continuare ad attaccare Renzi per l’accordo con l’NCD.
– l’Unione Europea, che da anni ci chiede a gran voce di approvare una legge ad hoc.
– il Vaticano, riuscito in zona Cesarini a dover digerire una legge per loro indigeribile, mandando giù il male minore (limitatissime unioni civili).
E a ‘perdere’ la partita, invece, chi sarebbe? Ma che domande. Ovviamente le famiglie arcobaleno e l’associazionismo glbtq, che ancora oggi ha giustamente ribadito la fondamentale presenza dell’articolo 5 all’interno del decreto, purtroppo in odore di caduta anche dinanzi all’eventualità degli emendamenti minati con presunto patto Pd-5Stelle-Sel.
Volendo essere invece ottimisti, perché per una volta mi piace pensare ‘positivo’, ad uscirne vincitori potrebbero davvero esser quasi tutti i soggetti chiamati in causa, tranne quelli che poi dovrebbero effettivamente beneficiare del Ddl in questione. Leggi noi, cittadini di serie B costretti a dover scegliere tra l’approvazione di uno SMEMBRATO compromesso e il quasi certo omicidio assistito di un DDL chiamato a danzare su un campo minato di emendamenti e voti segreti. Tutto ciò, neanche a dirlo, per pura incompetenza di una litigiosa, ipocrita, bigotta e indifendibile classe politica. Grazie, Italia.