L’edizione delle ‘minoranze’.
A causa della polemica esplosa grazie a Spike Lee, che ha lanciato il boicottaggio agli Oscar 2016 per la totale assenza di attrici/attori di colore tra le nomination per il 2° anno consecutivo, l’Academy ha annunciato che darà un’epocale sterzata al bacino di votanti (sono oltre 6000, con il 90% bianchi) che ogni anno decidono a chi assegnare le statuette più ambite dell’industria cinematografiche. Più donne, più ispanici, più afroamericani e probabilmente più omosessuali. D’altronde l’edizione in corso verrà ricordata anche per il trattameno riservato allo splendido Carol di Todd Haynes, incredibilmente fatto fuori dalle due categorie più importanti: miglior film e regia. Nel 2005, poi, con Brokeback Mountain raggiungemmo l’apice dell’assurdo, visto l’Oscar assegnato a Crash. 12 mesi fa, infine, fece rumore l’esclusione di Mommy, capolavoro targato Xavier Dolan.
In ambito recitativo, poi, trovare attori/attrici dichiaratamente gay tra i candidati è una sorta di impresa biblica.
Solo 2 attori in tutta la storia degli Oscar hanno incassato una nomination DOPO aver fatto coming out.
Ovvero Jaye Davidson per La moglie del Soldato e Ian McKellen, splendido nonché snobbato Mr. Holmes che ha detto quest’oggi di ‘simpatizzare’ con le lamentele esplose nelle ultime due settimane, sottolineando come ci siano anche altre minoranze che sono state discriminate dall’Academy. Omosessuali in testa.
‘Non solo le persone di colore sono state trascurate dall’industria cinematografica, ma anche le donne e i gay‘. Ed è la storia del cinema, connessa ai pochi coming out che per decenni hanno caratterizzato Hollywood, a dimostrarlo.