Nei prossimi giorni verrà discusso in parlamento il ddl Cirinnà. Ma cos’è veramente?
Ci sono tante opinioni diverse a riguardo e il Collettivo LGBT studentesco – Identità Unite ha presentato la sua, frutto di una lunga analisi di riflessione interna, attraverso un esplicativo nonché critico video di 50 secondi.
Il ddl Cirinnà non è un passo avanti, dicono loro. Non è un passo verso l’equiparazione giuridica delle coppie omosessuali e di quelle eterosessuali. E’ un passo in tutta un’altra direzione, quella di una separazione tra il matrimonio eterosessuale e l’unione civile concessa alle coppie omosessuali, quella di una alternativa al matrimonio che non soddisfa minimamente ciò per cui la comunità LGBT lotta da anni.
Il ddl Cirinnà non fa menzione all’adozione, in quanto fattispecie disponibile alle sole coppie SPOSATE, non unite civilmente.
Introduce la stepchild adoption, una regolamentazione già disponibile per le coppie eterosessuali che non hanno contratto matrimonio e ora estendibile anche alle coppie unite civilmente.
Il ddl sancisce il declassamento da matrimonio a unione civile nel caso della coppia in cui un coniuge abbia intrapreso un percorso di riattribuzione anagrafica del sesso. La situazione analoga ma contraria non prevede l’evoluzione dell’unione civile a matrimonio.
Il cittadino straniero il cui paese d’origine non contempla l’unione omosessuale, non potrà unirsi civilmente con il suo partner in Italia.
Denominando la coppia unita civilmente “formazione sociale specifica” la esclude automaticamente da tutte quelle discipline che il codice civile italiano dedica alla famiglia (formazione sociale determinata dalla contrazione del matrimonio).
In quanto legge ordinaria, il suo contenuto è facilmente modificabile, abrogabile e sostituibile tramite una qualsiasi legge successiva: è una tutela sufficiente per una “formazione sociale specifica” stabile?
La risposta a questi problemi — di tutela del cittadino e dei suoi diritti — e molti altri, si troverebbe all’interno della Costituzione con l’estensione dell’istituto del matrimonio alle coppie omosessuali.
Ma che fine farà la spinta riformatrice in proposito quando cadranno le minacce di sanzioni da parte dell’Unione Europea nel caso in cui questa legge verrà approvata?
Tristemente, i diritti di poter tutelare se stessi e i propri figli, che sono oggi realtà quotidiana per alcuni e disegno di vita per altri, rimarranno nel dimenticatoio legislativo nel quale sono tutt’oggi segregati.
La soluzione per noi è molto semplice: il MATRIMONIO EGUALITARIO.
Una risposta. Un diritto. Un futuro per tutti.
Impossibile dar loro torto, anche se pensare di partire con il MATRIMONIO EGUALITARIO dopo SECOLI di nulla era ed è tutt’ora pura utopia.
Tant’è che persino con le UNIONI CIVILI, a causa di un Parlamento di catto-fascisti appecorati al Vaticano, la strada è tutt’altro che sgombra. Ergo, prendiamoci questo DDL e guardiamo avanti, costruendo le basi per l’obiettivo futuro. Che si chiama per l’appunto matrimonio.