“Il problema non è che Sarri abbia offeso me: non mi sento toccato dai suoi insulti, figuriamoci. Lui in realtà ha offeso tante persone, tanti poveri ragazzi che in Italia o in altre parti del mondo vengono presi in giro, vengono derisi da gente che pronuncia certe paroline con tanta facilità… poi magari ogni tanto capita che qualcuno si suicidi perché non ce la fa più. Quante volte abbiamo letto di storie simili?”. “Ma no guardi io non sono il paladino di nessuno. Però come si fa, dai, a sentire ancora queste cose… Siamo nel 2016! Tra l’altro la cosa che mi faceva arrabbiare di più era che mentre Sarri mi diceva “frocio” e “finocchio” era a un passo dal guardalinee e dal quarto uomo, e quelli impassibili. Anzi io gli facevo notare le offese e loro mi dicevano “lascia stare, dai”. Ma lui mi insultava, e faceva pure il gesto con la mano, tipo “vattelo a prendere nel c…”. Incredibile”. “Mi avesse detto figlio di… o pezzo di m… non me ne fregava niente, era chiaro che sarebbe rimasto un fatto di campo. Ma è ora di finirla con certe offese, quando ci sono persone che tutti i giorni le subiscono e soffrono e ci si rovinano la vita. Per giunta non possono arrivare da una persona di 60 anni, e che allena in serie A”. “All’estero c’è una sensibilità diversa su queste storie. Infatti ribadisco quello che ho detto lì per lì: in altri paesi, tipo in Inghilterra, un allenatore che pronunci parole simili contro un collega non metterebbe più piede in campo”. “Qui finirà all’italiana, no? Due giornate di squalifica e via… Piuttosto le chiedo una cosa: dal Napoli non dicono niente? Il presidente del Napoli non ha nulla da dichiarare?“. ViaLaRepubblica.
No.
Passate 48 ore Aurelio DeLaurentiis e TUTTA la società Napoli non hanno ancora detto una parola.
Come se non fosse successo nulla.
Come se ‘frocio’ e ‘finocchio‘ valessero quanto un ‘vaffanculo’ qualsiasi. E così sarà, di fatto, quando il giudice sportivo emetterà la sua tiepida sentenza, che farà probabilmente il giro del mondo.