Due giorni ancora e lo splendido Ti Guardo – Desde Allà, Leone d’Oro all Mostra del Cinema di Venezia del 2015, uscirà finalmente nelle sale d’Italia con distribuzione Cinema. Un trionfo queer inatteso quello dell’opera prima del regista venezuelano Lorenzo Vigas, premiato al Lido dalla giuria capitanata da Alfonso Cuaron. Un folgorante incontro tra due solitudini, due abbandoni, che sfocia in un amore proibito ma che nasconde un segreto, quest’oggi trainato dai character poster dei due stupendi protagonisti (Alfredo Castro e il giovane Luis Silva), da due clip inedite e dalle note di regia del regista. Prima il meraviglioso Carol, ora l’imperdibile Ti Guardo. Gennaio glbtq nelle sale d’Italia. Non lamentatevi, per una volta, ma pagate semplicemente il biglietto.
Ti guardo
Armando è un uomo incapace di relazionarsi con gli altri. Il titolo in spagnolo “Desde Allà” significa “da lontano” e si riferisce alla distanza tra Armando e i suoi desideri, il fatto che deve “guardare” ma non “toccare”. Ha un significato anche nella relazione tra lui e l’uomo anziano, la sua ossessione a distanza. Mi piaceva molto l’idea di fare un film che parla di un uomo che non riesce a connettersi con il mondo che lo circonda.
Il Padre che non c’è
Da quando ho realizzato il corto LOS ELEFANTES NUNCA OLVIDAN (“Elephants Never Forget”), ho studiato le conseguenze dei traumi genitoriali e questo corto parlava dei sentimenti di vendetta di due bambini, un fratello e sua sorella, nei confronti del loro padre aguzzino. TI GUARDO esplora gli stessi sentimenti da un altro punto di vista: i legami tra Armando e Elder che si rafforzono grazie alla mancanza di una figura di riferimento per entrambi e la relazione tra Armando e il padre assente. Tutti questi elementi danno la composizione psicologica del film.
Da un’illusione alla realtà
L’ossesione per il giovane Elder è istantanea. Forse perché Armando non vuole essere toccato da nessuno, quando viene colpito da un pugno di Elder, viene colpito anche emotivamente. Da quel momento crea un’illusione: costruire una relazione emotiva con un’altra persona. Ma può veramente diventare una realtà? Elder è molto forte con un’energia quasi incontrollabile. Appartengono a due mondi diversi, ma la serenità e la sicurezza che Armando gli offre e la decisione da parte dello stesso di prendersi cura di lui sono sentimenti che, sicuramente, non hanno mai fatto parte della vita di Elder prima d’ora.
Alfredo Castro è ARMANDO
Alfredo fu la mia prima scelta. Quando l’ho visto recitare in TONY MANERO e NO, sapevo che era perfetto per il ruolo di Armando. Poi conoscendolo i miei pensieri sono stati confermati. Alfredo ha una ricchezza emotiva incredibile e riesce a trattenere tutti le sue emozioni: esattamente ciò che cercavo. Quando ha letto la sceneggiatura e ha visto il mio corto è stato immediato l’entusiamo per la parte di Armando. Lavorare con lui è stato cruciale per il film. È pieno di idee ed era sempre attento e attivo prima e durante le riprese. Si è innamorato del suo ruolo e l’ha portato oltre le pagine dello script.
Luis Silva è ELDER
Fin dal primo incontro con Luis sapevo che era la persona giusta per interpretare Elder. Aveva tutti gli elementi che cercavo: un impulso animalesco, crudo. Oltre ad essere carismatico, ha un lato oscuro e uno sguardo quasi sofferente. Non ho fatto neanche una prova di ripresa, ero troppo sicuro che fosse lui quello giusto. Aveva soli 19 anni quando ho girato TI GUARDO ma era già abituato alla vita dura delle strade di Caracas, le gang, la violenza… Luis viene da un quartiere molto più duro di quello che si vede nel film. Era profondamente legato al film e ha preso tutto con molta serietà. Penso che ha tutto ciò che serve per continuare come attore: è entusiata, preciso, sveglio. Ha ancora molto da imparare ma il suo talento è grande, come lo è il suo cuore.
La tensione naturale
Non temevo assolutamente la scelta di prendere un attore con poca esperienza e metterlo accanto ad uno che lo fa di professione. Ero convinto che fuonzionasse. Non ho fatto nessuna prova con Alfredo e Luis insieme prima di girare per catturare la tensione naturale tra i due. Abbiamo cercato infatti di girare il film in senso cronologico, proprio per vedere l’energia della loro relazione cambiare durante le settimane di ripresa. Mi piace mischiare i talenti, è un ottimo modo per creare tensione. L’attore professionista non può mai rialssarsi. Ho fatto la stessa cosa per il mio corto.
Il vuoto umano
La crisi economica e sociale in Venezuela ha cambiato molte cose. L’inflazione più alta del mondo è sfociata in un abisso sociale tra la ricchezza e la povertà. Elder è attratto da un mondo di beni, ma poi svillupa un’esigenza emotiva. TI GUARDO è ambientato nel Venezuela di oggi ma potrebbe succedere in qualsiasi città, qualsasi Paese. Ed è questa vasta mancanza di emozione che lega i due uomini, quel vuoto che ogni essere umano cerca di riempire.
Il bisogno emotivo
Viviamo in una società molto macho. All’inizio Elder appare molto sicuro di sé, molto alpha, ma poi qualcosa cambia quando incontra un altro uomo che ha la capacità di accoltellare se stesso e lo fa dubitare sul suo essere uomo. Elder diventa più uomo beta, sottomesso. TI GUARDO parla di Armando e Elder ma ha una dimensione universale. Se Armando fosse una donna, Elder sarebbe innamorato di lei. TI GUARDO racconta il bisogno d’affetto più che il bisogno di sesso. Detto questo, la questione omosessuale è un ulteriore punto forte nel film. La cultura latinoamericana ha
ancora molte riservatezze sugli omosessuali e l’omofobia colpisce ad ogni livello della società e può essere devastante, come ha scoperto Elder in TI GUARDO.
Problemi col Padre
In TI GUARDO la relazione tra Armando e Elder ha degli aspetti padre-figlio: l’affetto, il consiglio, la diciplina, il controllo. Elder confessa i suoi segreti più profondi su suo padre, ma Armando rimane in silenzio. Il passato di Armando è un viaggio inquietante, legato a un momento specifico della sua infanzia con il padre. Questo segreto ha segnato Armando. Il padre è un tormento ma allo stesso tempo, un’ossessione, come fa a liberarsene?
Caracas
Era molto importante mostrare la complessità di Caracas. TI GUARDO vuole rendere l’idea della netta suddivisione in caste della città, con profonda discrepanza tra i gradini sociali più prossimi. Dalla povertà nei “Bloques” di Caricuao ai quartieri ricchi. E nel mezzo la “Candelaria”, dove vive Armando. Una zona residenziale borghese che è stata trasformata in un’area dove l’economia è crollata. A causa alla crisi del paese, Caracas ha sofferto molto. La trasformazione delle struttre è sentita e dolorosa.
Come un fantasma
Non volevo controllare o bloccare le strade mentre giravo. Era un decisione molto importante presa all’inizio. Volevo la vita delle vie di Caracas nel film, l’energia delle persone era un elemento fondamentale. Cosi potevo approfittare dell’andirivieni della gente per far si che Armando apparisse come un fantasma, quasi invisibile nella folla, circondato di persone. Lui è presente solo fisicamente perché la sua mente sta nel passato. C’è, ma non c’è. Ci voleva attenzione però per non farlo sembrare fuori luogo, perché Alfredo è del Cile. Abbiamo lavorato molto insieme per studiare la gente di Caracas e l’ho ripreso in alcune scene da lontano e un po’ sfocato per farlo apparire e poi sparire.
Un buon racconto
Ho cominciato a lavorare con il mio direttore della fotografia, Sergio Armstrong (El Club, NO) mesi prima di iniziare le riprese. Sergio vuole essere sempre coinvolto in ogni aspetto del film cominciando dalla pre-produzione, il casting, i costumi etc. Abbiamo parlato a lungo di come riprendere Armando, come presentarlo come un fantasma che vaga per le vie di Caracas. Sul set Sergio mi aiutava molto con la posizione della telecamera, con le riprese e le mie idee sulla composizione delle scene. Sono stato sempre molto vicino alla fotografia tutta la mia vita e mi piace stare molto vicino alla macchina da presa. Sergio ha un senso narrativo acuto, essenziale per questo film.
The Shoot
Ho girato il film in 9 settimane. Il produttore venezuelano Rodolfo Cova ha creato una troupe piccola che ha cercato di fare il meglio possibile. La nostra era una collaborazione molto forte e abbiamo lavorato tanto per il bene del film. Era piuttosto stancante ma ho visto che ottengo i risultati migliori quando gli attori sono stanchi. Le scene che li mettavono a dura provaemotivamente erano difficili e laboriose ma quelle più semplici le giravo velocemente. Alla fine di tutto però c’era un legame fortissimo tra di noi: Alfredo Castro, Luis Silver e me.
Il Team
Mi sento fortunato ad aver lavorato con un team fantastico per il mio primo lungometraggio. Eravamo tutti amici e siamo crescuiti professionalmente insieme. Ho scritto la sceneggiatura basandomi su un racconto di Guillermo Arriaga (THE BURNING PLAIN, THE THREE BURIALS OF MELQUIADES ESTRADA, AMORES PERROS, 21 GRAMS). Guillermo mi ha aiutato a mettere i miei pensieri sulla carta e ha prodotto il mio corto LOS ELEFANTES NUNCA OLVIDAN (“Elephants Never Forget”), che mi ha dato l’opportunità di andare a Cannes. Conosco il regista-produttore Michel Franco (CHRONIC) da un po’ e abbiamo condiviso insieme varie versioni delle nostre sceneggiature e discusso molti aspetti dei nostri film insieme: dalle locations a come girare, tutto. Anche l’attore venezuelano Edgar Ramires (CARLOS, POINT BREAK, HANDS OF STONE) è un amico da tanto tempo e, entusiasta del progetto, mi ha aiutato tantissimo in diversi aspetti di TI GUARDO.
PARENTHOOD – Essere Genitori
TI GUARDO è il secondo di una serie di tre film che esplora i temi della Paterinità e della Materinità, essere genitori. Il primo film è il corto LOS ELEFANTES NUNCA OLVIDAN (“Elephants Never Forget”). Ho lavorato per due anni sulla sceneggiatura di LA CAJA (The Box) in collaborazione con Paula Markovitch e non vedo l’ora di cominciare a girare l’anno prossimo in Messico, sempre con i produttori Michel Franco e Gabriel Ripstein. In TI GUARDO ero affascinato da questo tema, quasi ossessionato. LA CAJA sarà l’ultimo capitolo.