“Il calcio è diventato uno sport per froci. Abbiamo subito il doppio dei falli, ma abbiamo avuto più gialli noi. E’ uno sport di contatto e in Italia si fischia molto di più che in Inghilterra con interpretazione da omosessuali”.
Parole dai più dimenticate eppure quest’oggi mai tanto attuali, quelle rilasciate da Maurizio Sarri nel marzo del 2014, quando era alla guida dell’Empoli, in Serie B, al termine di una partita contro il Varese.
Va da se’ che le accuse di Roberto Mancini in diretta RAI al termine della partita Napoli-Inter (“Sarri è un razzista e uomini come lui non possono stare nel calcio. Io mi sono alzato per chiedere al quarto uomo perché mai 5 minuti di recupero. Lui si è alzato e mi ha urlato ‘frocio’ e ‘finocchio’. Sarei orgoglioso se fossi così”) assumono ora tutt’altra caratura.
Perché Sarri non si è NEANCHE scusato al termine del match (“Sono cose di campo, che dovrebbero finire in campo. Io omofobo? Non mi ricordo nemmeno cosa gli ho detto. Mi sembra un’esagerazione, era un insulto di rabbia, senza alcun secondo fine“), peggiorando ancor di più un’indifendibile posizione che dovrà per forza di cose vedere la Lega Calcio intervenire. E anche duramente.