Nessuno avrebbe scommesso UN EURO, all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, su Ti guardo” (Desde Allà) possibile Leone d’Oro, e invece la giuria guidata da Alfonso Cuarón ha portato in trionfo proprio il film del venezuelano Lorenzo Vigas, qui da me recensito in anteprima.
Ebbene la pellicola ha finalmente trovato una data d’uscita per il mercato italiano, ovvero il 21 gennaio con distribuzione Cinema Valerio De Paolis. Per l’occasione tornerà in Italia ancge il regista, celebrato a Venezia dalla critica internazionale.
Il film, interpretato da uno straordinario Alfredo Castro e dal giovane Luis Silva, è il folgorante racconto di un incontro tra due solitudini, due abbandoni. Armando non sa amare, ma forse vorrebbe quando incontra Elder, ragazzo di strada di Caracas. Tra i due si instaura un legame che sfugge alle definizioni. Due mondi apparentemente opposti ma uniti da uno stesso tormento, si incontrano, in uno strano rapporto padre-figlio, in un amore proibito, ma che nasconde un segreto…
Queste le parole del regista legate al film, paradossalmente premiato con il Leone d’Oro ma privato del Queer Lion, assegnato (immeritatamente) a The Danish Girl.
Armando (Alfredo Castro) è un uomo incapace di relazionarsi con gli altri. Il titolo in spagnolo “Desde Allà” significa “da lontano” e si riferisce alla distanza tra Armando e i suoi desideri. Mi piaceva molto l’idea di fare un film che parla di un uomo che non riesce a connettersi con il mondo che lo circonda. Elder (Luis Silva) è un ragazzo molto forte con un’energia quasi incontrollabile. Appartengono a due mondi diversi, ma la serenità e la sicurezza che Armando gli offre nel prendersi cura di lui, sono sentimenti che sicuramente non hanno mai fatto parte della vita di Elder prima d’ora.
Da quando ho realizzato il corto LOS ELEFANTES NUNCA OLVIDAN (“Elephants Never Forget”), ho studiato le conseguenze dei traumi genitoriali e questo corto parlava dei sentimenti di vendetta di due bambini, un fratello e sua sorella, nei confronti del loro padre aguzzino. TI GUARDO esplora gli stessi sentimenti da un altro punto di vista: i legami tra Armando e Elder che si rafforzano grazie alla mancanza di una figura di riferimento per entrambi e la relazione tra Armando e il padre assente. Tutti questi elementi danno la composizione psicologica del film.
L’ossessione per il giovane Elder è istantanea. Forse perché Armando non vuole essere toccato da nessuno, quando viene colpito da un pugno di Elder, viene colpito anche emotivamente. Da quel momento crea un’illusione: costruire una relazione emotiva con un’altra persona. Ma può veramente diventare una realtà?
Alfredo Castro è stato la mia prima scelta per il ruolo di Armando. Quando l’ho visto recitare in TONY MANERO e NO, sapevo che era perfetto. Lavorare con lui è stato cruciale per il film. È pieno di idee ed era sempre attento e attivo prima e durante le riprese. Si è innamorato del suo ruolo e l’ha portato oltre le pagine dello script.
Quanto a Luis, sapevo che era la persona giusta per interpretare Elder. Aveva tutti gli elementi che cercavo: un impulso animalesco, crudo, e viene da un quartiere di Caracas molto più duro di quello che si vede nel film. Il suo talento è grande, come lo è il suo cuore.
Era molto importante mostrare la complessità di Caracas. TI GUARDO vuole rendere l’idea della netta suddivisione in caste della città, con profonda discrepanza tra i gradini sociali più prossimi. Dalla povertà nei “Bloques” di Caricuao ai quartieri ricchi. E nel mezzo la “Candelaria”, dove vive Armando. Una zona residenziale borghese che è stata trasformata in un’area dove l’economia è crollata. A causa alla crisi del paese, Caracas ha sofferto molto. La trasformazione delle struttre è sentita e dolorosa. TI GUARDO è ambientato nel Venezuela di oggi ma potrebbe succedere in qualsiasi città, qualsasi Paese. Ed è questa vasta mancanza di emozione che lega i due uomini, quel vuoto che ogni essere umano cerca di riempire.