Unioni Civili, la CEI già rompe li coglioni: ‘ci sono altre priorità’

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Se Ivan Scalfarotto ha annunciato di aver interrotto lo sciopero della fame ufficialmente iniziato il 1° luglio (17 giorni de cappuccini????), la CEI ha già iniziato a cagà il cazzo.
Dopo le parole di Matteo Renzi in visita all’EXPO (‘Unioni Civili saranno legge entro il 2016’), non si è ovviamente fatta attendere la scheccata della Conferenza Episcopale Italiana, che con monsignor Nunzio Galantino ha tuonato:
Rispetto alle urgenze che si impongono, è paradossale questa attenzione (alle unioni civili, ndr). Peccato non poterne riscontrare altrettanta in effettive misure di sostegno alla famiglia, nonostante questa sia la cellula fondamentale del nostro tessuto sociale, l’unica che assicura una serie di funzioni preziose e insostituibili’. ‘Nessuno è qui a mettere in discussione i diritti individuali, che sono sacrosanti. La nostra contrarietà riguarda la confusione che il disegno di legge introduce, evitando opportunamente l’utilizzo del termine ‘matrimonio’, ma di fatto attribuendo alle unioni omosessuali diritti e doveri uguali a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio. Al di là delle questioni terminologiche, se si guarda alla sostanza si deve considerare che siamo di fronte all’attribuzione di un eguale regime a realtà che sono di fatto diverse, come è sempre stato riconosciuto sia a livello giuridico che di senso comune. Principio di giustizia sarebbe, piuttosto, dare a ciascuno il suo”. “Restiamo convinti che una cosa sia la famiglia fondata su due persone di sesso diverso, come prevede l’articolo 29 della Costituzione, e tutt’altra siano le unioni tra persone dello stesso sesso. È troppo chiedere che tale diversità venga rispettata dal Legislatore come dal Governo?‘.
ALTRE URGENZE, sottolinea la CEI, e ragazzi miei c’è poco da girarci attorno.
Perché la CEI ha ragione.
Ad esempio come non intervenire IMMEDIATAMENTE sul TRUCCO dell’8 per mille, che ha regalato alla Chiesa Cattolica UN MILIARDO DI EURO anche se con appena il 37% di esplicito “consenso” dall’ultima dichiarazione dei redditi degli italiani. Un 37% diventato l’82% dei fondi totali grazie alla fregatura delle ‘scelte non espresse’. Perché tutti quei connazionali (il 53.90%) che si sono dimenticati di assegnare l’8 per mille ad un ente specifico l’hanno di fatto REGALATO al Vaticano. Che ha così fatto BINGO. Un miliardo tondo tondo, con meno di un quarto del totale destinato ad opere di carità. Eppure stanno qui a lamentasse della mancanza di ‘effettive misure di sostegno alla famiglia’. Quando ‘URGENZA‘ fa rima con ‘FACCIA DA CULO‘.

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