Il manoscritto di Van Hecken: Barbara D’Urso riscrive la storia del cinema italiano

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Cosa non si fa per tirare acqua al proprio mulino.
Pochi minuti fa Barbara d’Urso ha ritirato fori dall’armadio degli scheletri cinematografici un film che il mondo intero aveva rimosso, Il manoscritto di Van Hecken, da lei interpretato insieme ad una piccolissima Alessandra Mastronardi, all’epoca bimba di 13 anni e a breve protagonista in tv dell’ennesimo Romeo e Giulietta. Era il 1999, in cabina di regia c’era Nicola De Rinaldo e la pellicola vedeva la dottoressa Giò negli abiti di un’impiegata alla Soprintendenza ai Beni Archivistici di Napoli, in crisi con il suo compagno ma ringalluzzita da un manoscritto del ‘500 opera del pittore fiammingo Van Hecken, scomparso e da scovare nei più nascosti e suggestivi luoghi della città.
In diretta a Domenica Live la D’Urso, bontà sua, ha avuto il coraggio di descrivere Il manoscritto di Van Hecken come un gran bel film dal ‘discreto successo‘, tanto dall’aver vinto ‘diversi premi‘.
Ma dove.
Quando.
Come.
E perché.
A Barbarè ma che stai a dì.
Quello era Il Codice Da Vinci, e lui era Tom Hanks.

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