Ieri sera, appena ho stappato una una birra dopo aver messo i miei ragazzi a letto, ho sentito un senso di gratitudine perche molto probabilmente non si sveglieranno per 10 ore e mezza. Sono così fortunato ad avere dei figli che dormono. Così ho bevuto la birra e ho pensato al concetto di gratitudine. E mi sono ricordato: i miei più forti grazie li posso e li devo dare ogni anno a mia madre… che mi ha fatto diventare papà.
Sei anni fa è morta, inaspettatamente, per una aritmia cardiale. I medici mi dissero che è morta come tutti noi vorremmo morire. Un secondo sei qui e il secondo dopo non ci sei.
Mi ritrovai improvvisamente orfano. Mio padre è morto quando avevo 8 anni. Ci sono tragedie peggiori al mondo del non avere più i genitori a 32 anni.
Ma con mia grande sorpresa la sua scomparsa mi ha liberato.
Prima della sua morte avevo sofferto a causa dell’endemica ‘indecisione’ che coinvolge la mia generazione. Ero indeciso sulle mie scelte, sulla direzione da prendere, sul mio scopo, e non è cosa da poco sul mio orientamento sessuale.
Ma dopo la morte di mamma mi sono detto ‘la vita è troppo breve’. Così ho scelto di essere felice. E il mio ragazzo mi ha reso felice. Abbiamo preso un cane! Voglio dire, un impegno monumentale per me. Ho sempre saputo che avrei avuto dei figli. Potevo anche lottare con la mia idendità sessuale, ma sapevo che avrei avuto dei ragazzi nel mio futuro. Con la mia nuova indipendenza e la felicità, la paternità diventò possibile. Grazie a quanto aveva messo da parte mamma ho ereditato un’inattesa quantità di denaro. Così io e il mio compagno ci siamo potuti permettere una maternità surrogata. So che il mondo è pieno di bambini bisognosi di adozione, ma la mia famiglia è così piccola, posso contare zie, zii e cugini su otto dita. Era importante per me trasmettere i miei geni, insieme al mio cognome.
Anche se la mamma aveva dubbi sulla mia vita con altri uomini, mi ha spinto a cacciar via le insicurezze e a scegliere la felicità.
E grazie a… beh… ai suoi investimenti finanziari prudenti, lei mi ha dato dei bambini.
E sono molto grato delle loro risate e delle loro lamentele.
Grazie a mia madre so di essere un buon padre, un buon partner e un buon uomo. So che la sua gioia per la mia famiglia sarebbe incondizionata e irrefrenabile. Ma lei è con me ogni giorno. La prova è nel piagnistei, nelle risate, nei pannolini da cambiare e nei tanti spontanei “Papà, ti voglio bene”.
I miei figli ancora non capiscono il concetto del ringraziamento, non ancora.
Ma io sì. Grazie mamma (qui la lettera originale).