‘Escludere l’identità di genere dal programma che il ministero della Pubblica Istruzione ha organizzato sotto l’egida dell’UNAR dal 24 al 30 novembre nelle scuole di ogni ordine e grado. Mentre è sacrosanto combattere nelle scuole ogni forma di violenza e di discriminazione è intollerabile un indottrinamento degli alunni sin dalla scuola primaria alla teoria del gender, tramite un organismo che non garantisce le “condizioni di imparzialità” previste dalla legge, con pesanti giudizi negativi sulla religione cattolica, la famiglia e la società, e inaccettabili e offensivi apprezzamenti sul ruolo di questi fondamentali istituti nella storia e nella cultura del nostro paese‘.
Roba da matti.
Queste parole sono diventate interrogazione parlamentare grazie a Carlo Giovanardi e ad Eugenia Roccella, mitologici omofobi senatori del NuovoCentroDestra che sono così andati all’attacco dell’Unar, a loro dire responsabile di aver inviato insieme al MINISTERO una circolare ad hoc a tutte le scuole d’Italia, affinché nella settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione (24/30 novembre) vengano attivati opportuni e significativi percorsi di sensibilizzazione, informazione, prevenzione e contrasto a tutte le forme di violenza e di razzismo. Omofobia compresa, neanche a dirlo.
Un qualcosa di doveroso e civile, visto e considerato che il contrasto all’omofobia proprio dall’educazione scolastica dovrebbe partire, ma che ha fatto girare le palle a Giovanardi e a Roccella, ancora una volta rappresentanti di un partito che da mesi fa da stampella al Pd di Renzi al Governo. E intanto di leggi reali e concrete a contrasto dell’omofobia, vuoi o non vuoi, non se ne vede l’ombra.
E noi ci saremmo anche rotti il cazzo, caro Matteo.