23 febbraio del 1999.
Su Channel 4 va in onda il primo di 10 episodi di una serie ‘cult’ per il mondo gay, ovvero Queer as Folk.
L’originale. Quella inglese, e non il remake a stelle e strisce diventato realtà nel 2000.
Solo due stagioni, con 8 episodi per la prima e appena 2 per la seconda, con protagonisti 3 omosessuali nel gay village di Canal Street a Manchester.
Sperma, sesso esplicito, masturbazione, rimming, minorenni assai disinibiti.
Tutto c’era in Queer as Folk, spaccato omosessuale del gay britannico anni 90, probabilmente stereotipato ma non poco veritiero nelle sue tante sfaccettature. Comprato da La7 per il mercato italiano, Queer as Folk finì per non andare mai in onda sulla generalista causa infinite polemiche, tanto da dover aspettare il 2002 e l’arrivo di Gay.tv prima di sbarcare sulla tv tricolore, e ovviamente in una fascia serale-notturna. Mattatori Aidan Gillen, Craig Kelly e un giovanissimo Charlie Hunnam, esploso solo 15 anni dopo grazie a Pacific Rim e al ‘no’ nei confronti di 50 Sfumature di Grigio.
Semplicemente ‘diverso’ il remake americano, durato 5 stagioni e andato avanti per 83 episodi.
Perché di Queer as Folk ce n’è uno solo ed è nato 3 lustri fa in Inghilterra, grazie alla penna di Russell T. Davies.